Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Toponomastica: le vie (della città) sono finite

Fonte: L'Unione Sarda
26 maggio 2009

Già nominate 1550 strade, ora restano solo spazi angusti. E i parenti protestano con il Comune

Per i personaggi illustri sono rimasti solo spiazzi o piccole strade

A Cagliari hanno un nome 1550 strade. Per soddisfare le richieste, ora si intitolano parte di parchi o piccole vie.
«Vorrei sapere come mai a mio padre avete dedicato un vicolo cieco». Maria Teresa Spanedda si indignò quando, nel gennaio dell'anno scorso, scoprì casualmente che al padre Antonio, insigne medico, allievo di Giuseppe Brotzu, il Comune aveva intitolato - senza nemmeno avvisare i parenti - una viuzza di poche decine di metri di fronte a via Sarpi, zona viale Marconi. Così scrisse una lettera al sindaco in cui, con toni cortesi ma fermi, ricordò che il suo genitore «avrebbe meritato maggiore considerazione».
Ma lo sdegno non fu paragonabile a quello manifestato dalla figlia di Giovanni Lay, Gabriella, quando apprese che a suo padre, figura storica del Pci, primo comunista sardo ad essere arrestato dai fascisti nel 1927, compagno di cella di Sandro Pertini e amico di Antonio Gramsci, consigliere regionale, era stata dedicata una sorta di discarica nella zona di Is Corrias. Ufficialmente una piazza. «È questo il modo di ricordare un cittadino illustre?», si chiese prima di osservare che «il cantante Claudio Villa è stato più fortunato di mio padre».
STRADE FINITE «La verità è che strade o piazze da intitolare, a Cagliari, non ce ne sono più da tempo», informa Claudio D'Aprile, dirigente del servizio Toponomastica del Comune. Tutto esaurito, tranne i posti in ultima fila. Oltre il numero 1550, tante sono le strade della città.
E così si rosicchiano, fazzoletti di terra, bretelle stradali adatte più a gare di triciclo che al transito delle auto o aspiranti piazze che forse un giorno diventeranno tali. Per dire, Francesco Coco, magistrato trucidato dalle Br a Genova nel '76, ha avuto cinquanta metri di strada tra via Abba e via Garibaldi. Ad Aldo Scardella, morto suicida in carcere, dove era stato rinchiuso ingiustamente con un'accusa di omicidio, hanno intitolato uno spiazzetto all'interno del Parco Giovanni Paolo II.
IL CASO SCARDELLA Certo, è impossibile paragonare i due personaggi ma è altrettanto vero che nessuno dirà mai «ci vediamo in piazza Scardella». Semplicemente perché non ci si passa, non c'è nessuna panchina né una casa con un numero civico. Vero è che nessuno, in questo caso, si è lamentato. «Dovevamo assolutamente ricordarlo, ma una piazza non c'era. Così abbiamo scelto uno spazio vicino a casa sua e al luogo dove è avvenuto l'omicidio del quale è stato accusato», spiega Francesco Cesare Casula, componente esperto (l'altro è Lucio Artizzu) della commissione di cui fanno parte il sindaco Emilio Floris, il presidente del Consiglio Comunale Sandro Corsini, Edoardo Usai, assessore della toponomastica, i consiglieri Ettore Businco, Salvatore Mereu, Raffaele Bistrussu, Claudio Cugusi, Massimo Zedda, Ada Lai, capo area servizi al cittadino più il presidente della circoscrizione dove si trova la strada da intitolare.
POCHE DECINE DI METRI Pare che smettere di intitolare qualcosa sia impossibile. E così il Comune fa ciò che può: per dedicare (la settimana scorsa) una strada a Giuliana Treleani, campionessa mondiale di immersione in assetto libero morta a 26 anni, hanno dovuto espropriare una parte di viale Roberto Pisano, tra il canale di Terramaini e il confine tra Cagliari e Monserrato. E per rendere omaggio a Giovanni Palatucci, il questore di Fiume che salvò migliaia di ebrei dalla deportazione e morì nel 1945 a Dachau, hanno dovuto mettere un'asta e una targa nel retro del palazzo di giustizia.
«INTITOLIAMO I PARCHEGGI» Come fare allora per soddisfare le richieste che giungono alla commissione toponomastica da parte di cittadini, del consiglio comunale o dalle circoscrizioni? Qualcuno ha avuto l'illuminazione: intitoliamo i parcheggi multipiano. Detto e fatto: alcuni rappresentanti del centrosinistra della quarta circoscrizione proposero di dedicare quello di via Manzoni (che all'epoca non era stato nemmeno terminato) a Pierpaolo Pasolini. Scoppiò il finimondo e tra i Poli fu rissa. E a destra ci deve essere ancora un filo di risentimento se è vero che, con un blitz notturno, nei giorni scorsi la piazza sovrastante il parcheggio è stata intitolata, abusivamente, a Giorgio Almirante. Un segnale che i partiti, che vivono di simboli, non intendono mollare. Così capita che dalla circoscrizione uno arrivi la richiesta di intitolare la terrazza del parcheggio multipiano di viale Regina Elena a Ernesto Che Guevara. È uno spiazzo abbandonato? Pazienza.
POLEMICHE TRA I PARTITI Che si dibatta ancora animatamente, nelle rare occasioni in cui viene convocata la commissione, lo conferma Lino Bistrussu, Riformatore, polemico sulle ultime intitolazioni. «Con tutto il rispetto per l'ex presidente del Pirri Eliseo Corona, il campo di calcio di Terramaini lo avrei dedicato a Manlio Scopigno», dice enunciando un principio: «Prima le persone più importanti, poi gli altri». Qualcuno annuncia che ora daranno un nome alle rotatorie e poi passeranno all'intitolazione dei marciapiedi. Claudio Cugusi (Pd) esponente dell'opposizione in commissione, un'idea ce l'ha: «Si potrebbero cambiare i nomi ad alcune strade fasciste o modificare i nomi di strade dove non ci sono residenze».
VIA PRINCIPATO DI MONACO C'è anche chi si chiede che bisogno ci fosse di dedicare una strada al Principato di Monaco (tra via Parigi e via Avicenna), ma tant'è. Formidabili gli anni in cui i commissari dovettero decidere a chi intitolare 155 strade dell'ex quartiere abusivo di Barracca Manna. Casula, autorevole storico e docente di storia medievale, fece un salto sulla sedia quando fu chiamato a votare il sì ad una via al Duca di Genova: «Il ducato di Genova non è mai esistito», sbottò. Si discusse a lungo e alla fine vinse il duca perché, essendoci da intitolare tante vie, tutti - storici e politici di destra e sinistra - trovarono soddisfazione. Casula smentisce dissapori, sia allora che oggi «Da quando ci sono io siamo sempre stati d'accordo. Abbiamo un elenco di nomi e man mano che ci sono i posti li collochiamo. Abbiamo detto sì a tutti, dando la priorità ai sardi».
BARRACCA MANNA Fu proprio in quella occasione che i Poli smaltirono un po' di arretrato. Ci furono epiche liti su chi tra Rino Gaetano e Domenico Modugno meritasse una strada o se fosse meglio Mia Martini o Luigi Tenco, Maria Carta o Fabrizio De Andrè. Su Lucio Battisti il dibattito abortì sul nascere. Sul suo nome c'era l'unanimità, ma non fu possibile assegnarlo perché a Cagliari esiste già via Cesare Battisti e due cognomi uguali la legge non li consente. Salvo deroghe. Unanimità sugli attori: via Totò, via Fratelli De Filippo, via Alberto Sordi, via Ugo Tognazzi, via Nanni Loy, via Fellini e altri. Qualcuno propose anche Raffaele Pisu ma ci fu una difficoltà insormontabile: è ancora vivo.
FABIO MANCA

26/05/2009

 

IN PILLOLE

Che cos’è la commissione Toponomastica
La Commissione, costituita da 12 membri, ha competenza in materia di denominazione di vie, strade, piazze, vicoli, viali e pubblici edifici. Le proposte di nuova intitolazione devono essere approvate con il sì della maggioranza dei commissari presenti. Sulle proposte approvate si deve esprimere la Giunta. Una strada può essere intitolata a personaggi morti da almeno dieci anni, salvo deroghe del prefetto. (nella foto una targa abusiva rimossa nei giorni scorsi)

Dodici componenti, tra cui due storici
La commissione toponomastica è costituita dal sindaco Emilio Floris, dal presidente del Consiglio Comunale Sandro Corsini, da Edoardo Usai, assessore della Toponomastica, dai consiglieri Ettore Businco, Salvatore Mereu, Raffaele Bistrussu, Claudio Cugusi, Massimo Zedda, da Ada Lai, capo area servizi al cittadino, dagli storici Francesco Cesare Casula e Lucio Artizzu. Alle sedute partecipa anche il presidente della circoscrizione di cui fa parte la strada da intitolare. (nella foto Orrù via Coco) 

Le polemiche Maria Teresa
Spanedda l’anno scorso ha scoperto casualmente che al padre Antonio, insigne medico, ricercatore, allievo di Giuseppe Brotzu, il Comune aveva intitolato - senza nemmeno avvisare i parenti - una piccola strada nella zona di viale Marconi (foto Italo Orrù). Così ha scritto una lettera al sindaco in cui, con toni cortesi ma fermi, ricordò che il suo genitore «avrebbe meritato una maggiore considerazione ».

A chi sono state intitolate le ultime strade
Negli ultimi tre anni sono state intitolate strade a Giusepep Anedda, Roberto Baden Powell, Giovanni Barbini, Antonio Basso, Nicola Calipari, Carlo Caschili (per lui una deroga, considerato che è scomparso da poco), Guido Cavallo, Francesco Coco, Brancaleone Cugusi di Romana, Francesco De Pinedo, Piero Dessì, Don Aldo Matzeu, Giovanni Garau, Giovanni Paolo II, Pietrino Moi, Luigi Giussani, Giovanni Palatucci, Roberto Pisano, Giuseppe Pitzorno, Aldo Scardella, Salvatore Sole, Antonio Spanedda.