Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Fare sport e stare insieme: il modo migliore di crescere»

Fonte: L'Unione Sarda
13 aprile 2017

UN CAMPIONE PER AMICO.

In 500 giocano con Chechi, Lucchetta, Panatta e Graziani Quattro leggende per maestri «Fare sport e stare insieme: il modo migliore di crescere» 


Cinquecento contro quattro: un esercito di bambini delle scuole (elementari e medie) contro quattro supercampioni dello sport. In piazza del Carmine, dove ieri mattina Banca Generali ha allestito la prima tappa dell'edizione 2017 di “Un campione per amico”, hanno vinto tutti. Certo, era facile immaginarlo, con quattro testimonial così, autentiche leggende dei rispettivi sport: il tennista Adriano Panatta (vincitore del Roland Garros e della Coppa Davis), il pallavolista Andrea “Lucky” Lucchetta (campione del mondo con l'Italia di Julio Velasco), Francesco “Ciccio” Graziani (uno degli eroi del mundial '82 in Spagna) e Jury Chechi, il “signore degli anelli”, olimpionico e iridato della ginnastica artistica. Per un'intera mattinata, nei piccoli campi allestiti nella piazza, hanno giocato con i bambini. «La prima cosa da non chiedere a un bimbo che gioca a tennis? Il risultato», ha detto sicuro l'ex capitano azzurro di Davis. «A quell'età devono giocare con allegria e spensieratezza e non ascoltare chi dice il contrario».
Graziani si è portato come aiutante un vecchio amico dei tempi del Toro, l'ex portiere rossoblù Renato Copparoni. «Anche da professionista», ha detto l'ex bomber di Torino e Roma, «ti resta dentro l'entusiasmo, la passione e la voglia di stare insieme che hai da bambino. Socializzare con lo sport è il modo migliore di crescere. Guai a non fare sport! Invece vedo tanti ragazzini solo con i videogiochi e i telefonini. Forse non li invogliamo abbastanza», conclude.
Ma il vero spettacolo l'ha prodotto Lucchetta, assistito dalla statuaria Erica Lestini, centrale dell'Alfieri. Il pallavolista è capace di instaurare un rapporto strettissimo con i bimbi, un metro e mezzo più in basso. Un vero trascinatore. Il segreto? «Ascoltare il bimbo che c'è in me», rivela parlando - lui che è uno straordinario commentatore tv, e peggio per chi non apprezza la sua disincantata competenza - alla velocità della luce: «Io cerco di trasformare la timidezza che c'è dietro i loro occhi in gioia, di scherzare, fare un po' il clown. Ogni volta che vedo un bimbo cerco di entrare in sintonia con lui». E il risultato è strabiliante.
Quella di Cagliari è stata la prima delle dieci tappe italiane. La prossima sarà a Lecce, la chiusura a Brescia il 30 maggio.
Carlo Alberto Melis