Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Giuliana Perrotta: «I gruppi organizzati di supporter si trasformino in associazioni» Un tavolo del

Fonte: L'Unione Sarda
11 aprile 2017

Giuliana Perrotta: «I gruppi organizzati di supporter si trasformino in associazioni» Un tavolo del tifo in Prefettura

Prima la linea dura ora il dialogo. Dopo gli scontri del 25 marzo a Sassari tra sostenitori del Cagliari e della Torres la prefetta Giuliana Perrotta decide di adottare il metodo del bastone e della carota: da una parte l'inasprimento delle regole per l'ingresso allo stadio Sant'Elia, dall'altra l'attivazione di un “Tavolo del tifo” per cercare di deradicalizzare i fanatismi dei supporter rossoblù.
GIORNATA DI FUOCO Scontri, bastonate, petardi, bombe carta, manganellate cinque feriti, un fermo e 64 Daspo tra i 4 e i 6 anni. Quel sabato doveva essere di festa (in programma c'era l'amichevole col Sorso). Invece nel piazzale della stazione sassarese si è scatenata una guerriglia che sarà difficile dimenticare. Ma com'è potuto succedere che un gruppo di 150 persone abbia potuto organizzare indisturbato una trasferta, noleggiando pullman a Pula, senza che la sezione della Digos che si occupa delle frange violente del tifo ne sapesse niente? Evidentemente qualcosa non ha funzionato nella macchina che si occupa di gestire l'ordine pubblico. Errori che la prefetta non vuole che si ripetano.
IL TAVOLO DEL TIFO La repressione da sola non è sufficiente per combattere il fenomeno. «Alla luce dell'episodio di Sassari ho già firmato una circolare interistituzionale per l'attivazione di un tavolo del tifo che coinvolga le due province». Nell'ufficio del Palazzo Viceregio con vista mozzafiato sul Golfo degli Angeli, Giuliana Perrotta analizza, non senza fastidio per l'esito della vicenda, la giornata buia degli scontri. «Ho intenzione di convocare sociologi, antropologi, forze dell'ordine, responsabili della società calcistica e assessori competenti per avviare una discussione fruttuosa e per individuare quali azioni mettere in campo, non solo per prevenire i fatti sassaresi e debellare il tifo violento». Agli incontri saranno invitati anche supporter rossoblù? «No», risponde senza esitazioni la prefetta che, però, non esclude evoluzioni. «Va valutata attentamente la situazione in modo che il quadro sia ben chiaro».
La rappresentante del Governo fa la sua proposta: «Creare circoli virtuosi di collaborazione». Sì, ma come? «Vogliamo che le tifoserie organizzate si trasformino in associazioni riconosciute che possano interloquire con le società. Da quando è stata chiusa la sede degli Sconvolts della Marina ci sono persone che fanno riferimento a organismi non accreditati». Un concetto velleitario cercare di disegnare un perimetro a un fenomeno che tende a sfuggire dalle regole? «Dobbiamo studiare tutte le strade, abbiamo il dovere di tentarci. Non possiamo concepire il fatto che ci siano 200 persone che operano fuori da ogni logica e possano indisturbate compiere certi atti». La prefetta non prende sottogamba la grana. «Il tifo violento non è solo un problema di polizia che si risolve esclusivamente con la repressione, deve riguardare tutta la società civile».
L'APPELLO Il 25 marzo gli autobus erano stati noleggiati da ultras. E se fossero stati affittati da terroristi per compiere attentati? Un'ipotesi che a piazza Palazzo tengono in seria considerazione, tanto da convincere la prefetta a inviare una circolare ai responsabili delle imprese di trasporto pubblico non di linea e agli Ncc. Ai quali chiede di fornire «tempestive informazioni in favore delle Forze di Polizia, allo scopo di consentire l'adozione di adeguate misure che dovessero rivelarsi necessarie».
Andrea Artizzu