Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'evasore è giovane e maschio Per l'azienda i “portoghesi” sono l'otto per cento dei passeggeri

Fonte: L'Unione Sarda
10 aprile 2017

Mediamente chi non paga il biglietto negli autobus del Ctm è un uomo italiano di 25 anni

 

Ha venticinque anni, è maschio ed è italiano. È l'identikit dell'evasore, del portoghese che dimentica di obliterare il biglietto quando sale sul bus Ctm. Un identikit, a dire il vero, molto generico. Basta trascorrere una mattinata al seguito degli “agenti di polizia amministrativa” (quelli che, in passato, erano definiti controllori) per rendersi conto che non c'è differenza di genere, di razza e di età tra gli abusivi. Ma la mattinata porta anche a un'altra conclusione: il tasso di evasione è molto basso. L'azienda parla dell'otto per cento; l'osservazione empirica dà numeri un po' più bassi: su circa 250 passeggeri controllati, solo una quindicina non era in regola (con una percentuale, dunque, del 7,5 per cento).
LA PRIMA Qualche minuto dopo le 10, i controllori sono in piazza Matteotti. «Ci segua pure ma noi non possiamo parlare», spiegano con estrema gentilezza. Il viaggio comincia alla fermata del 5 di piazza Matteotti: a bordo una quindicina di utenti. Tutti regolari. A parte una ragazza che sembra volere dare ragione a chi sostiene che gli stranieri non pagano il biglietto: lei è filippina. Uno degli agenti scrive il verbale e, visto che la ragazza non ha documenti, chiede un numero di telefono per verificare le sue generalità. Gli altri due parlottano: «Strano trovare un filippino senza biglietto». Davanti alla chiesa del Carmine, tre persone fanno per salire, vedono i controllori e ci ripensano.
LE TRATTE Il gruppo scende in via Pola da dove prende il 5: su 25 passeggeri, solo una giovane con biglietto (abbondantemente) scaduto. In via XX settembre si sale sull'M: trenta utenti e una multa. Al mercato di San Benedetto, nuovo cambio di mezzo: sul 6, una donna, appena salita, sbianca: «Vi prego, vi prego, mi perdonate se scendo alla prossima?». Se la cava. In via Pergolesi, si attende per qualche minuto il 3. Dove, su una quarantina di persona, solo una donna di una certa età non è regolare: mostra un biglietto scaduto e, poi, un altro intonso. Questa volta il verbale non può non essere fatto.
EVASORI STRANIERI Da via della Pineta si ritorna con il 5 verso il centro. Una coppia di giovani vede i controllori e non sale. Aspetta il successivo. E sbaglia i conti. Perché gli agenti scendono a Bonaria e, quando salgono sul bus, trovano i due senza biglietto. C'è anche un gruppo di quattro studenti stranieri (con tesserino dell'università romana Luiss): due hanno biglietto scaduto da qualche minuto (e, quindi, sono in regola); altri due, un tedesco e uno spagnolo, invece, non hanno documento di viaggio. Firmano il verbale, si scusano e, in via Roma, chiedono dove acquistare i biglietti. Qualche minuto dopo, sul 31, “finalmente” una migrante nigeriana senza biglietto: è spaventata, finge di telefonare ma, alla fine, lascia generalità e la sua residenza (l'ex motel Agip).
LA MINACCIA In piazza Matteotti, gli agenti verificano i passeggeri mentre scendono al capolinea. «Buongiorno, signor Antonio», dice un uomo mentre mostra il biglietto. «Lo conosci?», chiede il collega. «Qualche giorno fa, per multarlo, ho dovuto chiamare le forze dell'ordine. Forse ha voluto dirmi che si ricorda di me», risponde. Nel verbale, non appare solo il numero di riconoscimento ma anche il nome del controllare che ha fatto la multa. Non solo: il fatto che non indossino una divisa differente, rischia di farli apparire meno credibili. Fortunatamente solo un caso: praticamente tutti i passeggeri che scendono al capolinea sono in regola. Solo una ragazza fa un tentativo disperato: «Devo prendere il treno». Anche le sue esigenze sono, in qualche modo, tenute in considerazione: il verbale viene compilato in meno di due minuti.
Marcello Cocco