Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Doppio sit-in per l'ex Marino Progressisti contro la Regione. Vargiu: un piano per il Poetto

Fonte: L'Unione Sarda
10 aprile 2017

Alias: «La Giunta decida». I Riformatori: scelte anche su ospedale nuovo e ippodromo

Doppio sit-in per l'ex Marino Progressisti contro la Regione. Vargiu: un piano per il Poetto 

In Consiglio comunale gli uni stanno in maggioranza, gli altri all'opposizione: ieri mattina entrambi gli schieramenti erano sul lungomare Poetto a manifestare, con un sit-in per ciascuno. Appuntamenti simultanei: alle 10,30. I più numerosi, quelli del gruppo Progressisti sardi (ex Sel), davanti all'ex ospedale marino. Gli altri, Riformatori sardi, guidati dal deputato Pierpaolo Vargiu, Scelta civica, sul lato opposto, all'ingresso dell'ippodromo. A unirli, una certezza: lì, sulla spiaggia, ai bordi del nuovo lungomare affollato di ciclisti, podisti e gente a passeggio, il rudere dell'ex ospedale marino è uno schifo. Imponente sullo sfondo della Sella del Diavolo, giustamente recintato, è un susseguirsi di pilastri mangiati dalla salsedine, balconi scrostati, finestre senza infissi. «Una fotografia imbarazzante dell'inerzia della Regione», si legge nel volantino distribuito dai Progressisti (che anche in Regione, sia pure criticamente, siedono in maggioranza). «Ancora all'anno zero per quanto attiene alle prospettive di riutilizzo», scrive Vargiu in un'interrogazione parlamentare rivolta al ministero dei Beni culturali.
CUBATURE Il rudere è un tassello del quadro indicato dai Riformatori: oltre a quei «5.300 metri di disastro di cemento» ci sono i 22 ettari dell'ippodromo, «sequestrati allo sviluppo della città per ospitare 25-30 cavalli gestiti da una società (Ippica srl) in liquidazione da anni», e l'attuale (per ora) ospedale marino, destinato dal Piano regionale di riorganizzazione della rete ospedaliera a essere smantellato (tutti oggetto di un'altra interrogazione di Vargiu, stavolta indirizzata al ministero per lo Sviluppo economico). All'elenco, il deputato aggiunge, a qualche chilometro di distanza, i 12 ettari e i 50mila metri cubi del quartiere fieristico. «Tutte zone che, così come sono, non alimentano economia», dice. «Serve un ragionamento complessivo, bisogna fare delle scelte perché possano ospitare attività che creino reddito e attirino turisti». Che tipo di scelte? «Non entro nel merito. L'importante è che gli enti coinvolti (Comune, Regione, Soprintendenza, Demanio, Camera di commercio eccetera) si siedano finalmente attorno a un tavolo e decidano».
FUOCO AMICO Gli altri manifestanti si concentrano invece sul grande rudere sulla spiaggia. «Siamo qui per sollecitare il presidente della Giunta regionale, Francesco Pigliaru, sulla necessità di riqualificarlo», attacca il consigliere comunale dei Progressisti sardi Alessio Alias: «Il Consiglio comunale ha approvato vari ordini del giorno, ma in Regione nulla si muove, nulla si dice sul futuro che si immagina per l'ex ospedale». Gli fa eco il compagno di gruppo Matteo Massa: «Almeno si proceda appena possibile all'abbattimento dell'edificio che ospitava il pronto soccorso: quello non è sottoposto a vincoli».
LO STALLO L'altro, invece, l'ex ospedale firmato negli anni Trenta del secolo scorso dall'architetto Ubaldo Badas, di proprietà del Demanio ma in uso alla Regione, è vincolato eccome: la Soprintendenza l'ha dichiarato di interesse storico. Ma a bloccarlo c'è anche un contenzioso: una ditta privata, la Prosperius, aveva vinto la gara e ottenuto dalla Regione il via libera per realizzarvi un centro di riabilitazione con la talassoterapia, salvo poi vedersi imporre lo stop e revocare la concessione, ricorrere, vincere al Tar con una sentenza contro cui la Regione ha presentato ricorso. Ora si attende il giudizio del Consiglio di Stato, la cui udienza era fissata per tre giorni fa ma le cui decisioni saranno rese note fra un mesetto.
«Il problema - prosegue Alias - è che non si capisce quali siano le intenzioni politiche, se si vuole proseguire sulla linea del centro di riabilitazione o si preferisce una destinazione alberghiera. Noi siamo aperti a qualunque soluzione purché si proceda e si superi lo stallo».
Marco Noce