Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La darsena dopo il botellon La movida del sabato lascia sporcizia davanti al porto storico

Fonte: L'Unione Sarda
10 aprile 2017

VIA ROMA.

Le strade del centro nel fine settimana diventano discariche a cielo aperto

La darsena dopo il botellon La movida del sabato lascia sporcizia davanti al porto storico 

Molto più di una faccenda personale, i postumi del sabato sera sono una questione sociale: perché - a guardar bene - è la città intera a fare le spese di una notte a base di chupito e risate con gli amici. Il problema riguarda le strade del centro che di volta in volta vengono scelte dalle comitive di giovani (o meno giovani) per trascorrere qualche ora alcolica al chiaro di luna. Ieri mattina il sole ha illuminato una domenica di primavera e rifiuti nella darsena di via Roma.
IL RISVEGLIO Ore 7, davanti alla nuova piazzetta dedicata alle vittime della Moby Prince, due turiste fanno una passeggiata mentre la città sonnecchia ancora un po', ma sono costrette a dribblare le tracce di quella che deve essere stata una serata particolarmente impegnativa e con una grande varietà di drink, almeno a giudicare dalle bottiglie disseminate ovunque. Birra, vodka, succo di pera e vino accompagnati da patatine del McDonald's, pizzette al taglio e altro. Il sabato notte sulle panchine che guardano alla Marina ha offerto un po' di tutto e un po' di tutto è rimasto all'alba del giorno dopo. Tra le aiuole, sotto le sedute, a pochi metri dai baretti che si preparavano per iniziare una nuova giornata di lavoro, la darsena era una discarica a cielo aperto con un forte odore che ha ammorbato l'aria fino a quando i cestini non sono stati svuotati e marciapiedi e passerelle in legno ripuliti a dovere.
SOTTO IL SOLE Intorno all'ora di pranzo in una darsena ormai affollata qualche sacchetto è ricomparso, insieme alle immancabili bottiglie di birra e alle cartacce sotto le panchine. «Forse sono costretti a lasciare i rifiuti in quel modo perché i cestini sono pieni», azzarda Monica Macioccu, cagliaritana che legge un libro sui samurai comodamente seduta su una panchina. «A me non sembra che sia così sporco», aggiunge. Qualche seduta più in là, Roberto Celano, tenente colonnello dell'aeronautica militare, si gode qualche raggio di sole. «Per me questo è un posto semplicemente bellissimo», assicura mentre mangia un gelato ora che, dopo aver vissuto a Cagliari per vent'anni, torna di tanto in tanto in città per trascorrere qualche giorno di vacanza.
TOUR DEL BOTELLON Il problema del dopo botellon (così dalla tradizione spagnola viene definita la bevuta in comitiva all'aria aperta) è però comune a molte altre zone del centro. In viale Buoncammino la protesta dei cittadini ha cadenza settimanale. L'alba della domenica è di solito accompagnata da una lunga distesa maleodorante di bottiglie vuote, cartacce, avanzi di cibo e sporcizia di ogni genere. Ma la storia è la stessa in viale Fra Ignazio, piazza Sant'Eulalia e piazza Yenne.
NON SOLO DECIBEL In un percorso che abbraccia i quartieri di Stampace, Castello e Marina (ma il fenomeno riguarda anche alcune piazzette fuori dal centro) decine e decine di giovani - che spesso si danno appuntamento via social - si ritrovano per trascorrere la serata insieme. Dopo aver fatto rifornimento di bibite e cibo può iniziare la festa che va avanti per diverse ore tra chiacchiere, bevute e risate. Finite le scorte, c'è chi torna a casa e chi decide di proseguire la nottata altrove. In entrambi i casi, però, spesso i resti del party restano fino al mattino.
Tra gli abitanti del centro, molti sono solidali con la battaglia portata avanti dal comitato Rumore no grazie, ma il botellon dimostra che oltre ai decibel hanno anche altro cui pensare.
Mariella Careddu