Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

In viaggio con la Madonna di Bonaria

Fonte: La Nuova Sardegna
22 maggio 2009

VENERDÌ, 22 MAGGIO 2009

Pagina 8 - Sardegna

A bordo 900 tra fedeli, religiosi, autorità e gruppi folk



La Moby Drea sarà oggi a Barcellona dopo 23 ore di navigazione



Pellegrinaggio tra fede e storia coi padri Mercedari

DALL’INVIATO ROBERTO PARACCHINI

DA BORDO DELLA MOBY DREA. «Guarda lì, la terza finestra a destra: è la nostra casa». Sono le 9,50 di ieri e la Moby Drea è appena salpata dal porto di Cagliari. Quasi 900 pellegrini devoti della Madonna di Bonaria salutano Cagliari diretti a Barcellona, dove oggi si celebrerà un saluto alla patrona della Sardegna. Il porto, i palazzi di Castello e via Roma sembrano una fotografia di altri tempi.
La leggenda racconta di una strana cassa che arrivò davanti al colle di Bonaria, facendo da guida a una nave. E per un attimo al viaggiatore-pellegrino-cronista di oggi quel porto d’altri tempi riappare da un passato, fatto di film e letture, coi vecchi galeoni e il brulicare dei traffici. Il contenuto di quella cassa sarebbe diventato la Madonna di Bonaria.
Poco prima Giovannino Tolu, generale dei padri mercedari (come dire il numero uno in campo mondiale) ha terminato la processione che dalla basilica di Bonaria ha portato la Madonna omonima alla nave. Poi ha invitato tutti a cantare «la Sardegna si esalta per te... Che sia sempre più degna...».
Dal ponte la vista di Cagliari si allontana e i confini dello scalo industriale appaiono come due grandi chele, non si sa se di minaccia o di abbraccio. Sul ponte ci sono anche il regatante Ignazio Piras di Santa Giusta e Antonello Figus, sindaco dello stesso paese. Assieme a loro viaggiano sei «fassonis», le caratteristiche barche in giunco dei pescatori della lagune dell’oristanese. «Nel porto di Barcellona - spiega il primo cittadino - ci esibiremo con i fassonis a remi».
Padre Giovannino Tolu spiega che loro sono come i guardini della Madonna. Ma l’icona che viene trasportata “non è l’originale - sottolinea padre Salvatore Mura, parroco della basilica di Bonaria, quasi scandalizzato dalla domanda se la statua fosse quella autentica - no: Lei non si muove». Al suo posto viaggia una copia ma anche la cassa (l’originale, questa volta) con cui arrivò a Cagliari il simulacro della Madonna e una mostra di ex voto e di reperti d’epoca curati dalla sovrintendenza archivistica.
Il viaggio-pellegrinaggio verso Barcellona dura 23 ore. La nave è stata messa a disposizione dall’armatore Vincenzo Onorato, dietro un’offerta da parte di ogni passeggero. «L’idea di riandare alle origini, a Barcellona, da cui proviene la statua - spiega il responsabile dei mercedari - è un po’ la continuazione delle celebrazioni per il centenario della Madonna: un secolo nel 2008, quando divenne la patrona di tutta l’isola».
Ora la nave sembra un meticciato di culture, manifestazioni religiose e laiche. Il culto del viaggio, la crociera, le fotografie e i giochi si sposano coi canti gregoriani.
Assieme ai pellegrini si sono imbarcati anche un gruppo folk, la cantante Maria Paola Aresu e il chitarrista Luigi Puddu. Il viaggio è lungo e i musicisti fanno sentire la loro presenza, sempre in versione “composta” come deciso dal protocollo «di un viaggio che è soprattutto un pellegrinaggio religioso». La signora Annalisa, casalinga, e il marito Gianfranco hanno deciso di seguire la Madonna «perchè devoti». Così anche Vitalio Piga, ex sindaco di Monastir, in nave con la moglie: «La vita, di per sé - afferma - presenta grosse difficoltà. E la Madonna è un punto di riferimento».
Molti i tavoli dove ci si incontra, i luoghi di passeggio, di gioco e di scherzo. Ma dai viaggi di crociera la differenza è netta: non solo perchè mancano gli animatori, ma per il livello di socializzazione e perchè, in questo pellegrinaggio, sono presenti anche le tradizioni - pur in termini di folclore - di cui la Madonna di Bonaria è parte integrante. Nelle crociere, invece, c’è come una contemporaneità esasperata che - come afferma l’antropologo Marc Auge - trasforma le navi crociera in “non luoghi” privi di storia. Ieri sulla Moby Dream era come se una fetta di Sardegna si fosse trasferita in mare aperto con proprie passioni e quotidianità. Il pub-casinò, ad esempio, era stato trasformato in deposito dei costumi sardi, dove a turno una cinquantina di persone (di Selegas, Oristano, Senorbì, Gergei, Meana Sardo e Quartu) hanno fatto le prove.
«Aaavee, aavee, aveeee Maaria...», si sente mentre in un’ala del traghetto vengono trasmesse altre preghiere. Poco distante altri parlano, giocano e scherzano. Il senso del sacro si secolarizza, ma senza irriverenza, con rispetto e diventa tradizione, laico e religiosa assieme. In nave c’è anche monsignor Mosè Marcia, vescovo ausiliare di Cagliari, mentre monsignor Giuseppe Mani partirà più tardi, in aereo.
La leggenda della Madonna racconta di una nave che fuggiva da una tempesta. E che buttò in mare parte del carico. L’equipaggio era catalano e dall’Italia era diretto in Spagna. Lo scrittore Valerì, nel suo “Viaggio in Sardegna”, narra di una cassa (che poi si scoprì contenere la statua) che iniziò a galleggiare e «sembrava che fuggisse da sola verso la costa di Bonaria dove la nave, seguendo questo straordinario rimorchiatore, approdò felicemente». La storia documentata parla di un processo canonica del 1592, spiega Roberto Porrà (vice sovrintendente archivistico che ha curato la mostra degli ex voto, anche lui in nave), in cui si parlò della leggenda riferendosi al passato, al “ricordo dei nonni”. Mentre il primo documento scritto risale al 1454 in cui «in un atto notarile si accenna a una nave catalana, la Santa Maria De Bonale». Ma la leggenda è un mito che vive indipendentemente dalle date.
Il sindaco di Cagliari Emilio Floris con la figlia consigliera regionale Rosanna, ha voluto partecipare al pellegrinaggio «in quanto la Madonna fa parte della storia della nostra città e perchè mi interessano i rapporti con Barcellona per far diventare Cagliari una delle capitali nel Mediterraneo». Per il presidente della Provincia Graziano Milia (anche lui a bordo), oltre ad essere un viaggio istituzionale, «per me è un po’ ritornare ai miei studi storici».
E in sottofondo continuano i canti. E la nave va...