Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Legge urbanistica, modificata la bozza: un tetto alle cubature per gli alberghi

Fonte: La Nuova Sardegna
4 aprile 2017

Legge urbanistica, modificata la bozza: un tetto alle cubature per gli alberghi
Allo studio della giunta una prima correzione al testo approvato a metà marzo. Vincolo per limitare le maxi strutture nell’area a trecento metri dal mare
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CAGLIARI. Il bonus per gli alberghi da ristrutturare nella fascia dei 300 metri dal mare potrebbe essere una delle prime correzioni volanti della Legge urbanistica. Dopo aver approvato il testo e averlo consegnato alla commissione del Consiglio regionale, la giunta Pigliaru avrebbe allo studio un tetto per le cubature destinate – testuale – a «migliorare l’offerta turistica». Prima di entrare nel dettaglio, è chiaro che l’ipotesi del limite potrebbe essere una risposta al dibattito che si è scatenato sulla possibilità – prevista dalla legge – di «ampliamento e riqualificazione delle strutture ricettive» anche nella fascia super protetta.
L’ipotesi. Nella bozza licenziata a metà marzo dalla giunta è scritto: agli alberghi entro i 300 metri può essere concesso un bonus del 25 per cento rispetto alle cubature attuali. È questo l’unico limite previsto, ma sarebbe stato considerato «troppo largo e generico». Ecco allora la proposta di porre un tetto massimo, per evitare che il bonus possa avere effetti troppo invasivi sulle coste a seconda della struttura che lo richieda. Il tetto nella cubatura non è una novità: per l’edilizia privata, è previsto dal Piano casa ed è stato confermato nella Legge urbanistica. Nello specifico per i privati, il bonus è del 30 per cento rispetto all’esistente, ma in ogni caso l’ampliamento non può mai superare i 120 metri cubi. Lo stesso – anche se il limite non è stato ancora deciso dagli esperti dell’assessorato all’urbanistica – dovrebbe accadere per gli alberghi compresi nella fascia di maggior tutela. Il perché della correzione è facile da spiegare: se a richiedere la riqualificazione dovesse essere un grande albergo, il 25 per cento inpiù rischierebbe di essere un’esagerazione visto che la cubatura di partenza è già alta. Per questo, la giunta vorrebbe imporre un limite massimo di quello che potrebbe essere costruito, ristrutturato e riqualificato. Sempre con lo scopo – ancora testuale dalla legge – che «gli incrementi volumetrici siano comunque destinati alla destagionalizzazione delle strutture».
I vincoli. Nella prima stesura della legge, il bonus in riva al mare ha diverse prescrizioni. Ad esempio la nuova struttura – potrà essere costruita anche con «la realizzazione di fabbricati separati» – dovrà essere progettata sempre alle spalle di quelle esistenti. Per essere ancora più chiari: non fra quello che è à costruito e il mare, ma alle spalle della vecchia struttura, verso l’entroterra. Un altro vincolo è legato al tipo di progetto. Sarà possibile costruire, grazie al bonus, solo centri benessere e sportivi, piscine coperte, sale convegni o ampliare la «grandezza delle stanze fino a raggiungere gli standard internazionali», ma senza aumentare i posti letto. Perché – stando alla giunta – l’obiettivo è solo quello di aumentare l’offerta turistica e permettere agli alberghi di rimanere aperti tutto l’anno.
Il censimento. Gli esperti dell’assessorato all’urbanista, guidato da Cristiano Erriu, avrebbero ricevuto anche l’incarico di effettuare una mappatura delle strutture che potrebbero beneficiare dell’incentivo. In Sardegna gli alberghi sulla costa ed entro la fascia dei 300 metri sarebbero 400. Da questo primo numero vanno subito esclusi (perché non hanno diritto al bonus del 25 per cento previsto dalla nuova legge) quelli costieri-urbani. Sarebbero un’ottantina e che pur essendo nei 300 metri dal mare ormai rientrano nei confini delle città in cui sono inseriti. Poi sempre dagli iniziali 400 devono essere sottratte anche le strutture che hanno sfruttato già al massimo

l’incentivo previsto dai vecchi Piani casa – era sempre del 25 per cento – e sarebbero 150. A quel punto il nuovo bonus urbanistico dovrebbe essere richiesto da non più di 170 strutture. Ma il censimento è ancora in fase di elaborazione. (ua)