Rassegna Stampa

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Zedda: "Prima dei tavolini alla Marina c'erano i criminali"

Fonte: web Castedduonline.it
3 aprile 2017

 

 

Autore: Ennio Neri il 31/03/2017 16:35

 


di Ennio Neri

Il rischio è quello di tornare agli anni ’80 e ’90 quando alla Marina, come nella salita Santa Chiara e in piazza Yenne la notte regnavano i malviventi. Almeno secondo il primo cittadino Massimo Zedda che ieri, preoccupato, ha scritto all’assessora regionale alla Difesa dell’Ambiente Donatella Spano. La Regione è in pressing sul Comune di Cagliari, parla di “emergenza sanitaria” in centro e chiede lo sgombero dei tavolini a mezzanotte. Ma Zedda tenta di frenare, spiega che quella dello sgombero dei tavolini non è la migliore soluzione per contrastare l’inquinamento acustico e assicura nuova misure in arrivo: su tutte, la riduzione delle assegnazioni del suolo pubblico e l’assunzione di 6 vigili urbani proprio per il controllo della movida.

La lettera del primo cittadino alla Spano è di 2 giorni fa. Zedda dice di comprendere le esigenze di chi vuole dormire in santa pace, mi spiega di doversi anche mettersi dalla parte di chi nei quartieri di Marina e Stampace trova opportunità di lavoro “fatto non scontato in un contesto generale molto difficoltoso”. Secondo il sindaco  esiste la possibilità di ottenere il rispetto dei limiti acustici anche senza arrivare ad una soluzione così rilevante come la restrizione dell’orario di somministrazione nelle concessioni all’aperto, che “produrrebbe un rilevante danno economico per la città”.

Ha invitato l’assessore Spano ad acquisire i dati della Questura e Carabinieri sugli episodi di criminalità alla Marina tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso confrontarli con gli attuali. “Da quando infatti il rione Marina è stato interessato da qualificate attività di ristorazione, nel quartiere sono spariti tali episodi”, scrive il sindaco, “in quanto al presenza di attività commerciali capaci di generare un positivo afflusso di cittadini e turisti ha garantito un controllo diretto del territorio, con evidenti benefici in termini soprattutto di sicurezza sociale non solo per i residenti ma per l’intera collettività”.

Ha sottolineato anche che il fenomeno del disturbo della quiete pubblica non è causato da coloro che sostano nei tavolini delle attività commerciali, bensì dai tanti giovani che sostano nelle piazze e nei luoghi pubblici del centro fino a tarda notte. Per cui, sottolinea, “il fenomeno non potrà essere risolto con la restrizione degli orari per le attività di somministrazione di alimenti e bevande. L’unica soluzione possibile è creare spazi pubblici di aggregazione che, lontano da residenze, seppure centrali, possano accogliere questa moltitudine di persone”. C’è già il Poetto, ma il Comune ha in programma anche altri interventi che consentiranno di raggiungere tali obiettivi.

L’amministrazione prevede poi di assumere a tempo determinato e indeterminato nuovi vigili urbani per incrementare il sistema di vigilanza nei confronti dei pubblici esercizi che occupano il suolo pubblico. Per l’estate sono i 6 i vigili urbani per la sorveglianza sul rispetto dei limiti fisici, temporali e amministrativi delle occupazioni di suolo pubblico e delle immissioni acustiche.

Secondo il primo cittadino del capoluogo il nuovo regolamento per piazza Yenne e il largo Carlo Felice consentirà una significativa riduzione dei tavolini all’aperto. C’è poi il piano di risanamento acustico le cui conclusioni, comprese le indicazioni operative, sono attese per la fine del mese di maggio.

E l’argomento arriva in consiglio comunale. Matteo Massa, Progressisti sardi, ha presentato un’interrogazione all’assessora alle Attività produttive Cilloccu (“per darle la possibilità di parlare in aula. Non una richiesta di chiarimenti su sue responsabilità, che vanno semmai cercate in Regione”). Con le restrizioni sugli orari per i tavolini all’aperto Massa denuncia il rischio sulla sicurezza alla Marina, i disagi per gli operatori e le conseguenze economiche negative sulle attività commerciali.