Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Assegni ai disoccupati, nell'Isola i primi 1500

Fonte: L'Unione Sarda
20 marzo 2017

I bonus da mille a cinquemila euro. A regime saranno quindicimila

Saranno 1.545 i disoccupati sardi che riceveranno l'assegno di ricollocazione, il bonus - dai mille ai 5 mila euro - assegnato dal governo per aiutare chi cerca un nuovo impiego. «Si tratta di una prima sperimentazione - spiega Virginia Mura, assessore regionale al Lavoro -. Le lettere arriveranno ai disoccupati estratti a sorte tra quelli che da almeno quattro mesi percepiscono la Naspi, la nuova assicurazione sociale per l'impiego».
MISURA NAZIONALE Il provvedimento è stato annunciato l'altro ieri dal premier Paolo Gentiloni che, con i vertici dell'Anpal (la nuova agenzia nazionale per le politiche attive), ha chiarito che saranno 30 mila le lettere inviate in tutto il Paese, «il 10% del totale di quelle che saranno spedite a regime». Quindicimila, a conti fatti, nell'Isola. Occorre chiarire subito che l'assegno non verrà incassato dall'aspirante lavoratore bensì dall'agenzia - 27 quelle accreditate in Regione - che gli troverà un impiego. Non è, insomma, un sussidio di disoccupazione, puntualizza l'assessore, «ma un bonus per intraprendere un percorso di accompagnamento al lavoro seguito da un tutor». Finiti i tempi dei vecchi uffici di collocamento, quando il disoccupato iscritto alle liste aspettava la chiamata con le braccia conserte. Adesso chi cerca lavoro deve studiare, seguire corsi e seminari, migliorare la propria formazione secondo le indicazioni di chi lo aiuta nel suo percorso personalizzato. «Quattro le tipologie di candidato, a seconda del grado di occupabilità», sottolinea Virginia Mura. In linea di massima, il sessantenne senza titolo di studio trova lavoro meno facilmente di un giovane laureato. Si va quindi dall'assegno di 5 mila euro per i casi più difficili ai mille euro per quelli più semplici. L'agenzia incassa tutto il bonus quando il cliente trova un contratto a tempo indeterminato, la cifra si dimezza in caso di contratto a termine di almeno sei mesi. In ogni caso, le viene garantita una base di 500 euro, solo per l'avvio della pratica.
IL CASO-SARDEGNA È in parte quello che si fa già in Sardegna con il Cris, il contratto di ricollocazione per i lavoratori che, entrati in mobilità in deroga nel 2014, hanno poi perso l'ammortizzatore sociale per via delle nuove disposizioni del governo. La nostra è la prima regione in Italia ad aver avviato la sperimentazione nel 2015 e i risultati, obiettivamente, non sembrano esaltanti. Per la precisione, mentre l'assessore regionale al Lavoro invita tutti a considerare che «siamo ancora in una fase sperimentale e attendiamo di sapere quanti sono stati i lavoratori che hanno trovato una ricollocazione»; il segretario generale della Cgil Michele Carrus avvisa che «la sperimentazione è stata fallimentare».
LA POLEMICA Un programma avviato dalla Regione che ha impegnato 20 milioni di euro, 4 dei quali assegnati dal governo. «Un montagna di denaro sprecata - attacca il segretario della Cgil -. Mentre al lavoratore si negano i sussidi, la cassa integrazione e la mobilità, si regalano soldi alle agenzie intermediarie che il lavoro poi non lo trovano. Il punto è che in Paesi come la Francia e la Spagna, che l'Italia vuole prendere a modello, il sistema funziona perché ruota attorno agli uffici pubblici per l'impiego, che lì hanno però il doppio degli operatori». Nel 2015 i disoccupati candidati erano 2.785, oggi quelli presi in carico dalle agenzie sono 1.300. Quanti hanno trovato un impiego? «Poche decine», sussurrano le voci di corridoio in Regione. «Aspettiamo i dati», ripete l'assessore. «Per quel che risulta a me, zero», avvisa Michele Carrus.
PUNTO DEBOLE L'assessore al Lavoro ricorda che «siamo in una fase sperimentale, aperta a possibili revisioni. Per il momento il punto debole più evidente del Cris è che manca l'incentivo per l'impresa che assume, questo sì un punto di cui abbiamo valutato il peso ad esempio con Garanzia Giovani». Un programma, secondo i dati della Regione, che ha dato un'occasione di lavoro a 26 mila disoccupati tra i 15 e i 29 anni, «7 mila dei quali - aggiunge Virginia Mura - hanno adesso un contratto a tempo indeterminato».
LE AGENZIE Ventisette, dunque, le agenzie accreditate in Sardegna. Piccole, perlopiù. Enti di formazione, società di lavoro interinale, uffici di consulenza. «Pochissime quelle grandi, che operano sul mercato nazionale. È stata questa - ammette l'assessore Mura - una delle difficoltà nell'avvio della sperimentazione».
Piera Serusi