Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Residenti e commercianti: «Basta parole, vogliamo i fatti»

Fonte: L'Unione Sarda
22 febbraio 2017

Le reazioni della gente al progetto milionario finanziato dallo Stato

 

 

A Sant'Avendrace vige una regola condivisa da tutti: quella del se non vedo non credo. «Di promesse ne hanno fatte tantissime, sa quante ne hanno mantenute? Neanche una», commenta Mario Fadda. «È facile farsi belli con le parole, ma noi aspettiamo i fatti». La visita lampo del premier Gentiloni non è servita a rassicurare commercianti e residenti: gli oltre 26 milioni di euro piovuti sul quartiere sono sulla bocca di tutti, c'è chi conosce alla perfezione il mega progetto di riqualificazione a durata quinquennale, altri si affidano al sentito dire, ma a conti fatti i diffidenti battono per numero gli entusiasti. Dopo anni di abbandono sono rassegnati e disillusi, solo di una cosa sono certi: «Niente piste ciclabili, qui non ce ne facciamo niente». Lo ripetono tutti, tanto che diventa lo slogan della mattina trascorsa tra chi popola il rione pronto a cambiare faccia.
COMMENTI PER STRADA «La mia famiglia abita in questo quartiere da tre generazioni, sa cos'hanno fatto in tutto questo tempo? La rotatoria», commenta Bruno Matta. «Sant'Avendrace è sempre stato un rione abbandonato, giusto per le elezioni i politici del momento si ricordano che fa parte di Cagliari. Sia chiaro, destra o sinistra non cambia. Faccio un pronostico: a essere ottimista, di tutti questi milioni ne vedremo solo uno». Paolo Boi prende parte al dibattito per strada: «È sicuramente una cosa buona, l'importante è che questi soldi poi non finiscano da altre parti», sottolinea con tono diffidente. «Il progetto va benissimo, ma non posso fare a meno di ricordare che non è certo una novità: è da tanto tempo che si parla della riqualificazione di via San Paolo, speriamo sia la volta buona e che alle parole seguano finalmente i fatti». Gianni Delunas, cugino del sindaco di Quartu e residente nel quartiere, fa due conti ad alta voce: «Dunque, hanno detto che ci metteranno cinque anni per completare gli interventi previsti, ne ho settantasette, per cui a ottantadue dovrebbe essere tutto finito», riflette. «Spero di riuscire a vedere la trasformazione annunciata, ma per ora preferisco attenermi al presente e al passato: questo quartiere è sempre stato considerato periferico, forse è per questo che non è mai stato valorizzato», evidenzia per poi far ricadere il discorso su Tuvixeddu («un gioiellino, che dispiacere vederlo ridotto così»), sull'ex presidente della Regione Soru e sulla sua villetta al mare.
COMMERCIANTI Erika Cogotti, titolare di una rivendita alimentare affacciata sulla strada, la mette sul pratico: «Sicuramente è una bellissima notizia, riqualificare il quartiere suppongo e spero possa avere ricadute positive anche sulle attività commerciali della zona», osserva. «In generale penso che Sant'Avendrace abbia tanti servizi e contemporaneamente carenze inaccettabili, come le strade trascurate. Ben venga la riqualificazione, anche perché è l'ingresso e l'uscita dalla città, per cui è necessario che abbia un certo decoro». Gianni Gaviano, della tabaccheria davanti al Siotto, è sulla stessa linea: «Sarà forse scontato, ma sono favorevole a ogni cambiamento destinato a portare più gente e clienti», ammette. «Spero rientri nel piano generale anche la riqualificazione dei parcheggi della Regione, visto che dopo una certa ora diventano terra di nessuno». Gesuino Sida è di poche parole, ma le idee le ha chiarissime: «Sono contento, ma chiedo vengano realizzate piazzette con le panchine per consentire agli anziani di stare tra loro e passare il tempo all'aperto», propone. «Considerato il degrado attuale non si può che migliorare. Ora aspettiamo di vedere gli operai».
VIA SAN PAOLO Nei palazzoni mezzo scrostati e con vista ponte, ne hanno visto tanti progetti sfilare davanti agli occhi. Tutti sfumati, come quello del palazzetto dello sport polivalente, destinato a basket, pallavolo, calcio, con capienza di oltre settemila persone. «Mai fatto nulla di tutto ciò», ribadisce Susy Corrias. «Qui non c'è nulla, anche i mezzi pubblici sono merce rara. Spero ricordino di tracciare la segnaletica orizzontale per strada».
Sara Marci