MERCOLEDÌ, 13 MAGGIO 2009

Pagina 1 - Cagliari

COMUNE






CAGLIARI. Non si è parlato di razzismo, ma in alcune punte polemiche era implicito. Alla fine la delibera di idoneità abitativa è stata approvata con ventuno sì, un voto contrario e un astenuto. Ma perchè tutta questa polemica su un atto che sembra burocratico? Perchè, ha spiegato Ninni Depau, capo gruppo del Pd, la delibera pone dei limiti minimi di metri quadri che diventano vincolanti nella fase in cui l’immigrato regolarizzato chiede il ricongiungimento familiare. Per poter far arrivare i propri familiari, infatti, vengono richiesti una serie di documenti legati al luogo in cui si vive.
Vediamo. Per una famiglia di 1 o 2 persone l’alloggio non deve avere meno di 45 metri quadrati, per 3-4 non meno di 60, per 5 non meno di 75 e per 6 non meno di 95. Che ognuno possa (e debba) vivere in una abitazione adeguata è cosa che tutti si augurano, ma vi sono tantissime famiglie che abitano in case più piccole di quelle accennate. Allora perchè imporle agli immigrati? Secondo la maggioranza, invece, «nel documento si traducono alcune indicazioni nazionali e regionali legate all’accoglienza. Va poi precisato che nella norma si dice anche che si “considera comunque adeguato l’alloggio di almeno due vani, escluso cucina e servizi, quando il nucleo familiare è costituito di due persone; se di una sola persona, allora basta un vano”. Quindi molto meno di 45 metri quadri. Resta il fatto, però, che chi è cittadino italiano non ha problemi, mentre per un immigrato che vuole fare il «ricongiungimento familiare», oltre al lavoro deve avere anche un alloggio non inferiore a certe dimensioni, altrimenti non gli danno il permesso.
Alla fine del dibattito è stato accolto uno dei due emendamenti proposti dal Pd e presentati da Depau: quello che snellisce le pratiche da presentare per il rinnovo di idoneità abitativa, che deve essere rinnovato ogni sei mesi. (r.p.)