Rassegna Stampa

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Lirico Cagliari, Meli deve restituire il Tfr, la replica: “Una sentenza su cui occorre riflettere”

Fonte: web cagliaripad.it
1 febbraio 2017

 

 

 


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L'ex soprintendente del Teatro Lirico di Cagliari e attuale direttore artistico, Mauro Meli, dovrà restituire circa 120 mila euro alla Fondazione. Lo ha deciso una sentenza della Corte di Cassazione rigettando il ricorso presentato da Meli e legato al trattamento di fine rapporto incassato per la guida del teatro dal 12 agosto 1996 al 19 gennaio 2004. Otto anni nei quali ha ricoperto l'incarico di soprintendente portando a Cagliari alcuni dei più grandi nomi dell'opera e della musica sinfonica. Terminato il mandato, Meli aveva ricevuto il Tfr che poi è stato contestato.

"Mi risulta che il contratto di dirigente d'azienda sia quello applicato in tutta Italia ai soprintendenti. Che quindi percepiscono il Tfr precedentemente detratto dallo stipendio". È il commento a caldo all'ANSA del direttore artistico del Teatro Lirico di Cagliari, Mauro Meli, alla sentenza della Corte di Cassazione che conferma la decisione dell'appello: secondo i giudici l'ex soprintendente non aveva diritto al trattamento di fine rapporto (120mila euro) incassato per la guida del teatro dal 12 agosto 1996 al 19 gennaio 2004. Meli riassume il suo stato d'animo in poche parole. "Una sentenza su cui occorre riflettere prima di trarne conclusioni affrettate", chiarisce. Il verdetto della Suprema Corte ha confermato il pronunciamento della Corte d'appello di Cagliari del 30 novembre 2011: in quell'occasione era stato ribaltato il giudizio di primo grado, respingendo l'ipotesi che il rapporto di lavoro tra Meli e la Fondazione fosse di natura subordinata e che dunque non spettasse il riconoscimento del Tfr. "Il rapporto organico che lega il soprintendente all'ente lirico - si legge nella decisione della Cassazione - non presuppone (né esclude astrattamente) la configurabilità di un rapporto di lavoro subordinato a contenuto dirigenziale".

Dal canto suo, la Corte d'appello aveva ritenuto, "con motivazione esente da rilievi di ordine logico-giuridico, che l'incarico affidato al Meli avesse natura onoraria, ossia priva delle caratteristiche proprie del vincolo della subordinazione, non potendosi evincere tale caratteristica dalla legislazione concernente gli enti lirici e non essendo emerse modalità di svolgimento del rapporto di lavoro tipiche della subordinazione (avendo valore neutro, a tal fine, sia il contenuto delle delibere del consiglio di amministrazione sia il versamento dei contributi ad un soggetto terzo, quale l'ente previdenziale)". La Suprema Corte ha reso ora definitiva la pronuncia di secondo grado: l'ex soprintendente dovrà ora restituire i 120 mila euro incassati.