riconoscimento La nomina di don Marco Lai
Il parroco di Sant'Elia diventa monsignore

«Ora sono monsignore, ma continuate a chiamarmi Marco». Sono le prime dichiarazioni di don Marco Lai, storico parroco di Sant'Elia, subito dopo essere stato investito del titolo di monsignore (appellativo che viene accordato in caso di particolare concessione della Santa Sede anche ai sacerdoti) dall'arcivescovo di Cagliari Giuseppe Mani. Il tutto è avvenuto tra lo stupore generale dei presenti alla conferenza sull'importanza del volontariato a Cagliari, che si è svolta nel centro di solidarietà comunale "Giovanni Paolo II" di viale Fra Ignazio.
Un'investitura inaspettata, che ha colto impreparato prima di tutti lo stesso don Marco, direttore della Caritas diocesana, da anni in prima linea per aiutare i poveri e le famiglie disagiate. «Per me rappresenta un grande riconoscimento, visti tutti gli sforzi che io e i miei collaboratori siamo attuando per aiutare le persone bisognose che vivono in questa città e nell'hinterland - ha detto il parroco - Sono fiero e felice, ma voglio chiarire subito che per me non cambia nulla, continuerò a essere quello di prima. Certo, è ovvio che questa investitura mi rende gioioso e soprattutto è un segno di quanto la Chiesa mi è vicina e approva le mie azioni. Tutto ciò mi spinge a proseguire nella strada percorsa fino a oggi».
Al religioso è stato assegnato in particolare il grado di "Cappellano di Sua Santità". Alla manifestazione erano presenti anche il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, e l'assessore alle Politiche sociali, Anselmo Piras, anche loro sorpresi ed emozionati per quanto è accaduto al centro di viale Fra Ignazio. L'arcivescovo ha colto anche l'occasione per elogiare il prezioso contributo di don Carlo Follesa, presidente del Centro Sardo di Solidarietà "L'Aquilone", per l'operato svolto fino a oggi in modo particolare nel campo della tossicodipendenza.
PIERCARLO CICERO