Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Solo rifiuti tra i padiglioni deserti

Fonte: L'Unione Sarda
16 gennaio 2017

IL CASO. Il presidente della Camera di commercio: «L'area dovrebbe essere restituita alla città»

 

 

Nella Fiera abbandonata: nessuna esposizione e un futuro incerto 

 

La scritta all'ingresso della Fiera campionaria, traccia di un passato glorioso, ora sembra un po' fuori luogo: «Al fine di evitare lunghe attese alle casse si informano i visitatori che sono aperti anche gli ingressi in viale Diaz». Ma qui nessuno spinge per entrare. Dodici ettari vista mare sui quali sorgono altrettanti padiglioni, tutti deserti, fatta eccezione per quello all'ingresso dove si trovano gli uffici del Centro servizi della Camera di commercio e l'ultimo in fondo al piazzale che ospita il Centro congressi, vetri puliti e poltroncine rosse in attesa dei prossimi ospiti. Il resto è una distesa di cemento dove il grigio è interrotto solo dai cassonetti che traboccano di rifiuti, le transenne intorno a una perdita d'acqua riparata da poco e una squadra di operai che mette via gli stand della fiera di Natale come festoni che aspetteranno altri undici mesi per un allestimento nuovo.
RIFIUTI E DESOLAZIONE L'ente Fiera non esiste più, dallo scorso agosto è stato assorbito dalla Camera di commercio che dovrà decidere cosa farne ora che «il mondo è cambiato», spiega il neo-presidente Maurizio De Pascale. Nel nuovo mondo non ci si stupisce più di prodotti venuti da ogni angolo del pianeta. Non serve mettersi in fila davanti a uno stand per assaggiare pietanze tipiche di culture lontane o pagare il biglietto per placare la propria curiosità e sete oggetti nuovi e rivoluzionari. «Ora basta internet», assicura ancora il presidente. Eppure chi lavora alla Fiera, una decina di dipendenti che si occupano perlopiù di manutenzione, conserva il ricordo delle lunghe code all'ingresso negli anni d'oro. Ora persino le palme sono piegate irrimediabilmente dal punteruolo rosso e attendono che qualcuno venga a tagliarle. Gli unici ospiti della Fiera in una mattina di gennaio sono gli agenti del nucleo radiomobile che sfruttano i grandi spazi vuoti per addestrarsi agli interventi di ordine pubblico.
CASE E SPORT L'ultimo atto del commissario prima dell'arrivo del presidente eletto è stato prorogare l'accordo con la Regione per l'occupazione del suolo: 164 mila euro all'anno che «la Camera di commercio non può più permettersi di spendere - giura De Pascale -. Servirebbero lavori perchè molti padiglioni sono ormai inagibili. A breve bisognerà trovare una soluzione, un accordo a tre con Regione e città metropolitana per individuare una nuova destinazione». Vista dall'alto, la Fiera è un rettangolo incastonato tra viale Diaz e il porticciolo di Su Siccu. «Io credo che sia una risorsa non solo per Cagliari ma per tutta la Regione. Sarebbe utile demolire parte dei fabbricati, tenere il Centro congressi, fare un investimento pubblico e costruire un collegamento con il mare, creare un'area da destinare ai cittadini, magari restituendo i terreni alla città anche attraverso nuovi investimenti residenziali. Un'occasione per far tornare la città a crescere».
IL REFERENDUM Che serva disegnare un futuro nuovo per la Fiera, che nel 2016 ha celebrato la 68esima edizione, è convinto anche Giorgio Angius, ex assessore comunale. «Credo sia un tema sul quale i cagliaritani dovrebbero esprimersi con un referendum. Se fossi chiamato a votare direi che al posto della Fiera dovrebbe sorgere un parco urbano il quale avrebbe una posizione baricentrica per la città. Le aree dovrebbero essere cedute gratuitamente al Comune che dovrebbe predisporre un bando per lotti in cui potrebbero nascere impianti da destinare a calcio, tennis e altri sport. Tutto attraverso concessioni ventennali che consentirebbero investimenti. In assenza di un passo indietro della Camera di commercio dovrebbe essere la Regione a invitarla a liberare l'area».
Mariella Careddu