Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Storia Fu il cagliaritano Bartolomeo Fores a finanziare nel 1564 il rito del 15 gennaio Sant'Efisio

Fonte: L'Unione Sarda
13 gennaio 2017

Storia Fu il cagliaritano Bartolomeo Fores a finanziare nel 1564 il rito del 15 gennaio Sant'Efisio in processione,generosa idea d'un mercante

C he di sant'Efisio si celebrasse una solenne processione prima del voto della Municipalità di Cagliari del 1652, in verità, vi erano pochi dubbi. Intanto perché gli stessi consiglieri, nello stendere il testo della solenne promessa, scrivono che, in onore del Santo, se li haja de far la festa ab mas desensia , «con un decoro maggiore», ancora più solenne, quindi, rispetto a quella celebrata fino ad allora. Che poi questa processione non si svolgesse il Primo Maggio – come invece avviene dal 1656, senza interruzioni, sino a oggi – ma il 15 gennaio, festa liturgica e memoria del martirio, è altrettanto certo.

DOCUMENTI Nell'archivio dell'Arciconfraternita di sant'Efisio troviamo tracce abbondanti di documenti contabili del '600 che si riferiscono a spese per la ramadura («fiores e fozas de amenta e ateru») lungo il tracciato della processione e per i musicanti. Un solenne corteo al quale partecipava l'intero Capitolo metropolitano della Cattedrale.
Roberto Porrà (già vice soprintendente archivistico per la Sardegna) e Nicola Settembre (archivista libero professionista), in un loro saggio, pubblicato negli Annali della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, fanno risalire questa prima processione di sant'Efisio risale al 1564 (un anno dopo la chiusura del Concilio di Trento) grazie alla generosità di un ricco mercante cagliaritano, Bartolomeo Fores.
La conferma arriva dal verbale della riunione del Capitolo metropolitano del 14 gennaio 1564 che istituisce una processione dalla Cattedrale fino alla chiesa di sant'Efisio, (« in oppido Stampacis constructa ») da farsi tutti gli anni, nel giorno della festa del Santo e cioè il 15 gennaio. Bartholomeus Fures, mercator Calleri civitatis habitator sarà il vero promotore di questa processione: a lui si deve la donazione di 125 lire, come rendita perpetua per garantire la celebrazione annuale del rito.
OTTO MESSE Siamo a metà del Cinquecento, quasi un secolo prima che inizi la sagra votiva di maggio. A testimonianza di una fede profondamente radicata nella storia cagliaritana. Ancora nel 1548, infatti, sempre il Consiglio Generale della Città regia di Cagliari aveva deliberato - con un censo di 43 soldi - per il primo anno la celebrazione di otto Messe cantate all'anno in occasione di diverse ricorrenze, compresa quella del 15 gennaio in onore di sant'Efisio. E ancora a quegli anni risalgono i lavori di rifacimento delle coperture della chiesa finanziate, anche queste, dal nostro Bartolomeo Fores, obrer della chiesa di sant'Efisio, intitolata anche a san Michele. Non sarà un caso che, nel 1578, durante i festeggiamenti per l'insediamento del Viceré di Sardegna Michele di Moncada i Gesuiti posero in scena una rappresentazione teatrale dal titolo Tragicomedia quedam divo Epheso martyri nuncupata con grande successo di pubblico.
Un'ulteriore conferma che la devozione dei sardi verso sant'Efisio non sia legata a una particolare circostanza – come la liberazione dalla terribile pestilenza del secolo successivo – ma rappresentasse una costante della religiosità dei cagliaritani. Perché, allora, la grandiosa sagra a maggio e non, invece, una maggiore solennità in occasione della memoria liturgica del 15 gennaio? Intanto è una tradizione diffusissima, anche in Sardegna, la doppia festa patronale: a quella religiosa e devozionale, soprattutto quando cade in pieno inverno, si abbina spesso la sagra estiva.
CROCE Partita come sagra religiosa - ancorché innestata in una festa agricola legata al ringraziamento per il raccolto - e rimasta tale fino al dopoguerra, la festa di Maggio ha corso seriamente il rischio di perder quella che è la sua profonda radice e ragione d'essere: pellegrinaggio votivo di tutto un popolo, riconoscente per la liberazione dal morbo nel solco di una devozione che non ha mai conosciuto oblio e trascuratezza. Non a caso la giornata centrale della processione è quella di Nora, al 3 di maggio, il cui la Chiesa cattolica celebra la inventio Crucis , il ritrovamento del legno della croce del Cristo, a Gerusalemme, da parte di Elena imperatrice, madre di Costantino. Quella croce che resterà impressa per sempre nel palmo della mano destra di Efisio, folgorato - come l'apostolo Paolo di Tarso - dalla apparizione di quel Gesù da lui perseguitato .
Paolo Matta