Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Stop alle discariche e giù le tariffe L’isola punta a un futuro green

Fonte: La Nuova Sardegna
27 dicembre 2016


Presentato l’aggiornamento. Il primo obiettivo: raccolta differenziata all’80% entro il 2022 L’innovazione: grazie a un chip nei contenitori si pagherà solo per la quantità prodotta
di Umberto Aime
 

CAGLIARI. Se la Sardegna vuole diventare ancora più verde, deve puntare alla raccolta differenziata porta a porta in tutti i 377 Comuni. Se ci riuscisse e secondo la Regione può farcela entro il 2022, diventerà un’eccellenza nello smaltimento dei rifiuti, il problema del secolo in ogni parte del mondo.
Le tappe. Il primo passo è stato fatto, con l’aggiornamento del Piano regionale, risaliva al 2008: «È stato un ottimo punto di partenza – ha detto l’assessore all’ambiente Donatella Spano – ma doveva essere adeguato». Ed ecco le scelte forti: no al terzo termovalorizzatore, era stato imposto dal governo, sì all’aumento «a tutto campo» della differenziata e del riciclo. Il secondo passo sarà a gennaio quando la giunta e poi il consiglio regionale dovranno decidere chi dovrà governare il ciclo completo. Si sa già che nascerà un ente unico, cui spetterà poi il compito di scegliere se anche il gestore – così come accade con Abbona per l’acqua – dovrà essere unico e pubblico, oppure misto o ancora bandire una gara internazionale per affidare il sevizio. È ancora presto per parlare di quello che accadrà e soprattutto sperare che gli errori del passato (Abbanoa, appunto) non si ripetano. Oggi l’obiettivo della giunta è rendere più virtuosa la Sardegna, che nel 2015 ha conquistato il settimo posto nazionale per quantità d’immondezza differenziata e riciclata. È uno dei pochi record di cui l’isola oggi può vantarsi e va difeso con forza.
Le novità. Il traguardo è dichiarato. Entro il 2022 i sardi dovranno produrre meno rifiuti in generale e ancora meno dovranno essere quelli indiscriminati. Differenziare carta, plastica, vetro e umido, in molti Comuni è da anni un’abitudine consolidata. «Vogliamo – ha detto l’assessore – che il servizio vada a regime dovunque, mentre oggi è a macchia di leopardo, con le grandi città, Cagliari ad esempio, ancora escluse». Perché la giunta vuole chiudere anche le discariche, hanno un’autonomia ancora di due-tre anni, e ridurre al massimo le tonnellate, ora sono 300mila su 727mila, incenerite a Macchiareddu e nel prossimo impianto di Tossilo. «Non è un obiettivo impossibile», è stato il commento dei tecnici che hanno confezionato il nuovo piano.
Le tariffe. Oggi sono un peso per i cittadini e le amministrazioni comunali. Ogni sardo, in media, paga 174 euro l’anno, con il calcolo del tributo secondo i metri quadri dell’appartamento e i componenti del nucleo familiare. L’obiettivo è ridurre il costo del 10 per cento nei prossimi sei anni e sarà possibile grazie alla tecnologia. Questa: i bidoncini, colorati secondo il tipo di rifiuto, avranno un chip e sarà poi il camion per la raccolta a calcolare esattamente quanti chili di spazzatura produce ogni famiglia. Da una tariffa presunta e per alcuni ingiusta si passerà dunque alla «tariffa puntuale», certa e il risparmio dovrebbe essere significativo. A quel punto anche i Comuni avranno meno costi. Oggi, in media, pagano 145 euro più Iva per
ogni tonnellata conferita. Il piano prevede che con l’aumento della raccolta differenziata (dal 56,4 all’80 per cento in sei anni) anche questo listino si abbassi di molto. In attesa, è ovvio, della tariffa unica regionale per lo smaltimento, ma questa è una storia ancora tutta da scrivere.