Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Fra Lorenzo, il grazie dei sardi A Bonaria l'ultimo abbraccio

Fonte: L'Unione Sarda
21 dicembre 2016

Devoti a Cagliari da tutta l'Isola: «Siamo qui per restituire, non per chiedere»

 

C'è un miracolo per ogni uomo. E un mistero che accompagna il ricordo dell'abbraccio forte di fra Lorenzo: «Perché, se aveva gli occhi tanto piccoli, io li vedevo immensi?». In quegli occhi, neri e profondissimi, si sono specchiati in migliaia per invocare conforto da tormenti e disgrazie. Ieri quei fedeli sono tornati da lui non per chiedere ma per restituire, per donare, per testimoniare fiducia in un uomo che non esitano a chiamare «santo». Tutti ai piedi dell'altare di Bonaria dove l'arcivescovo Arrigo Miglio celebra le esequie di fra Lorenzo da Sardara, che nel giorno del suo funerale avrebbe compiuto 97 anni.
PADRE PIO «Con il guantino, con il guantino di Padre Pio appoggiato sulla ferita ha pregato con me. Ha pregato per me. E non glielo dovevo fare di tornare qua a salutarlo?» A sedici anni dal giorno in cui andò a cercarlo a Is Molas, Assunta agita le dita secche e bianchissime per mostrare il punto esatto in cui si era annidato il suo male. «Mi avevano dato per spacciata. Lui mi ha chiesto come mi chiamassi e mi ha promesso che sarei stata in tutte le sue preghiere. E io sono ancora qui». Nella chiesa gremita c'è una sedia che aspetta Assunta, un giunco di donna che sta in piedi a fatica, ma lei non ne vuole sapere: «Devo fare il sacrificio, per lui, per fra Lorenzo».
IL CORTEO La messa non odora di incenso ma di salvia, rosmarino, bacche. Le hanno portate fin qui dal suo orto, quello che il religioso amava coltivare nel cortile del santuario di Sant'Ignazio. Da lì, sotto una pioggia impietosa, ieri mattina il feretro è stato portato fino alla basilica che guarda al mare. Lo aspettavano da ore. «Siamo venuti da Sardara, noi lo conoscevamo da sempre», Marisa Matta, 74 anni, ha conquistato un posto in prima fila. Le mani giunte, lo sguardo pronto a cogliere l'arrivo del compaesano che un attimo dopo è annunciato da un battere di mani sempre più forte. Il servizio d'ordine deve brigare con vecchiette impossibili da far arretrare anche solo di un passo e con le tante persone costrette ad ascoltare la parola di Dio sul sagrato.
NEL SANTUARIO Non piangono gli anziani, ma i più giovani sì. Alice Frau ha 20 anni ed è di Quartucciu, ha trovato un posticino passando dal santuario e qui si è accucciata sul marmo bianco ai piedi della Vergine Maria. Il capo chino, il volto cupo. Ma basta un pensiero per farle tornare a brillare gli occhi scuri. «Io lo conoscevo di persona. Ero andata a trovarlo due anni fa quando era ricoverato al Santissima Trinità. Era straordinario, sapeva leggerti dentro». Sapeva leggerti dentro . È quello che dicono tutti. «Sapeva guardarti dentro con quegli occhi piccoli e neri che andavano oltre, arrivavano in fondo». È pronta a giurarlo Adriana Congiu di Capoterra. «Ero andata da lui perché non sapevo darmi pace per alcune questioni in paese. Mi disse di non curarmene, mi disse che ero sana. Mi diede la forza. Una forza che io non so ancora spiegare. Era immenso, proprio come i suoi occhi piccoli che sembravano enormi».
UN ALTRO LORENZO Un giorno quegli occhi si posarono su un bimbo venuto al mondo con un male gravissimo. Era il 2 agosto del 2000. I medici in una clinica di Parigi pensarono alle cure terrene e il figlio di Francesco si occupò dei genitori, diede loro la forza di credere. Ora quel bimbo sogna di fare il chirurgo e ha un fratello che porta il nome del suo protettore. Lorenzo, come il vecchio frate che ieri è tornato alla terra, madre e sorella.
Mariella Careddu