Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Nel centrosinistra c'è fermento Dialogo tra ex Sel e sinistra Pd

Fonte: L'Unione Sarda
20 dicembre 2016

Zedda all'assemblea di Bologna. Ma il sindaco assicura: non cerco candidature

 

Alle prossime elezioni regionali il centrosinistra avrà nuovi confini. Questa è l'unica certezza perché rappresenta il traguardo di tutto quello che sta succedendo all'interno della coalizione. Un movimento che si sviluppa in maniera parallela nella penisola e in Sardegna e che può contare sui suoi ambasciatori. Non a caso all'incontro organizzato dalla “sinistradem” a Bologna tra i relatori c'era anche il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda: «Non sono qui perché mi voglio candidare, ma perché credo nella costruzione di un nuovo centrosinistra».
I SEGNALI In Sardegna il Partito democratico deve innanzitutto ricostruire sé stesso. Il senso di alcune prese di posizione di questi giorni vanno in questa direzione perché l'elettorato, con il No al referendum, ha mandato un segnale inequivocabile. Bisogna riorganizzarsi per le prossime elezioni regionali, ma prima è necessario riuscire a trovare un segretario che cominci, o meglio ricominci, a guidare il partito.
«In Sardegna è una questione urgente, considerando l'esigenza del rilancio dell'azione di governo della giunta Pigliaru», sottolinea il senatore Silvio Lai. Una missione difficile senza il Pd in campo: «Si rischia di avventurarsi in territori incerti, come dimostra questo ultimo anno. Rinviare il congresso che poteva essere celebrato già nella scorsa primavera ha di fatto paralizzato l'intero sistema». Le diverse componenti si stanno confrontando per capire se ci sia la possibilità (gradita ai soriani e alla minoranza) di trovare un candidato unico ed evitare gli scontri al congresso. Anche di questo si parlerà nell'incontro di giovedì prossimo, organizzato a Santa Cristina dall'area popolare-riformista.
IL CONTENITORE Attorno e dentro il Pd sta nascendo un movimento di forze che pensano a un nuovo centrosinistra. Per ora la spinta è soprattutto a livello nazionale, dove la situazione è più delineata con la volontà di costruire la coalizione prima sui temi e poi con i nomi. Un po' quello che successe con l'Ulivo nel 1995 sotto la guida di Romano Prodi. È probabile che anche in Sardegna si possa proporre uno schema di questo tipo all'interno del quale, però, dovrebbero entrare anche forze autonomiste.
LA SINISTRA Sono gli ultimi giorni di Sel: ma Sinistra italiana non sarà la casa di chi, come il senatore Luciano Uras o il consigliere regionale Francesco Agus, ha scelto il dialogo per arrivare a una forza di governo. Negli ultimi tempi ci sono stati diversi segnali che hanno fatto capire che la via preferita è il dialogo e non la rottura: la fiducia di Uras al governo guidato da Paolo Gentiloni è l'ultimo in ordine di tempo. Ma Sel può anche vantare la vittoria più eclatante alle ultime amministrative con la riconferma al primo turno di Zedda che ieri, durante il suo intervento all'incontro di Bologna, ha proposto di «riunire la rappresentanza giovanile a partire dalle università, recuperare le relazioni con chi ha il Dna comune su temi come povertà, pace e ambiente e ripartire per un programma di governo».
I RAPPORTI Ma la scelta di Uras, Zedda e Agus spariglia le carte anche nei rapporti interni alla Regione. Progettare una nuova coalizione insieme al Partito democratico condividendone temi e obiettivi, significa avere la forza per diventare gli interlocutori del presidente Pigliaru. La volontà è riuscire a dare maggiore peso, nei rapporti e nelle trattative, alla forza politica piuttosto che a quella consiliare, decisamente più eterogenea.
Matteo Sau