Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Statali, aumenti per 100mila sardi

Fonte: L'Unione Sarda
2 dicembre 2016

Sovrapposizione tra bonus fiscale e crescita degli stipendi. Esclusi i tredicimila regionali

 

I sindacati: accordo storico, crescono le tutele per i lavoratori Salari più alti, ma non solo: l'autunno dei rinnovi contrattuali prosegue grazie all'intesa raggiunta con i dipendenti statali. Una firma attesa anche in Sardegna da quasi centomila lavoratori pubblici. Il patto tra Ministero e sindacati prevede un incremento minimo di 85 euro lordi in busta paga, ma anche il reinserimento della contrattazione di secondo livello, risorse per welfare aziendale, defiscalizzazioni e proroghe di contratti precari.


RISORSE PREZIOSE «La soddisfazione è giustificata dal raggiungimento di un accordo storico - commenta Fulvia Murru, segretaria regionale della Uil-Fpl - considerando inoltre che ci siamo avvicinati al tavolo ministeriale quando la legge Finanziaria concedeva soltanto 300 milioni di euro per il rinnovo. Dal ministro Madia ne abbiamo ottenuto 5 miliardi, risorse preziose per adeguare i salari, ma anche per aumentare tutele e misure di contrattazione». Quelle appena siglate saranno le linee guida che nei prossimi mesi daranno un indirizzo al rinnovo contrattuale di ogni comparto per il triennio 2016-18.


GLI ESCLUSI «Il governo ha ridato importanza alla contrattazione di secondo livello - prosegue Murru - riconsegnando ai sindacati il potere di strappare accordi specifici e vantaggiosi per ogni settore e nei vari territori». Nell'Isola saranno esclusi dal nuovo contratto i circa 13.000 dipendenti regionali a differenza invece del mondo della scuola pubblica (Università e Ricerca comprese); sanità; enti locali (Comuni ed ex Province); enti ministeriali; agenzie fiscali: polizia di Stato; polizia penitenziaria; vigili del fuoco ed enti pubblici non economici (Inps, Inpdap, Inail e Aci). Anche Nino Cois, numero uno in Sardegna della Fp-Cgil, guarda con ottimismo al futuro. «Siamo riusciti finalmente a scardinare le norme volute dall'ex ministro Brunetta che ci impedivano di trattare, per esempio, sui salari accessori. Leggi che bloccavano di fatto il confronto con le controparti se non con la mediazione del ministero».


IL BONUS FISCALE Tra i nodi sciolti c'è poi quello della sovrapposizione tra l'aumento di stipendio e il bonus fiscale di 80 euro concesso da Renzi. «L'esecutivo si è impegnato ufficialmente affinché i nuovi incrementi di salario non contribuiscano allo sforamento del reddito minimo necessario per accedere al bonus - assicura Cois - soldi che quindi si cumuleranno in busta paga». I sindacati esultano anche per altro: «Il governo ci ha promesso la proroga dei contratti in scadenza - dice Murru -, migliaia di lavoratori precari del settore pubblico da oggi potranno avere la certezza di un posto di lavoro finché non si troveranno i fondi per stabilizzarli».
Luca Mascia

Le reazioni

Codacons
e Cobas:
«Elemosina
inutile»

«Un'inaccettabile elemosina», l'ha definita il Codacons. «Una truffa», hanno rilanciato i Cobas: il rinnovo dei contratti statali non piace a tutti, anzi dall'associazione dei consumatori e dai sindacati autonomi si grida allo scandalo e si passa al contrattacco.
«Il Governo ha tirato fuori dal cilindro una “paghetta” da 85 euro lordi a lavoratore - ha spiegato il Codacons - una cifra che non può soddisfare i danni patrimoniali subiti a seguito del blocco dei contratti scattato nel 2010. Perciò invitiamo i dipendenti pubblici della Sardegna a far valere nelle aule di tribunale i propri diritti lesi, come già hanno fatto oltre 2.500 lavoratori in tutta Italia, aderendo all'azione risarcitoria collettiva, una class-action che comunque non farà venir meno lo scatto contrattuale appena ottenuto».
Un aumento in busta paga «grottesco» per i Cobas, pari a 50 euro netti di fronte a una perdita salariale, maturata negli ultimi 7 anni di circa il 20% del salario del 2009. «È uno sciagurato progetto. Un clamoroso regalo referendario a Renzi, a soli tre giorni dal voto sulla riforma costituzionale, confezionato con il benestare dei tre principali sindacati». ( l.m. )