Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ancora fuoco e fumo dal campo nomadi

Fonte: L'Unione Sarda
29 novembre 2016

Intervento di pompieri e agenti

 

 

 

Ancora fuoco e fumo, con l'aria che diventa irrespirabile, nel campo nomadi abusivo sulla strada statale 554 accanto alla Motorizzazione civile. Domenica mattina gli abitanti di Mulinu Becciu e Su Planu si sono risvegliati con un forte odore di bruciato proveniente dai terreni tra le baracche costruite dai rom. Sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per spegnere il rogo, scortati dagli agenti della Squadra volante. Per il comitato “No diossina” «un'altra giornata da incubo».
LE INDAGINI Il tutto avviene nonostante un'inchiesta della Procura e una diffida del Comune ai proprietari dei terreni perché provvedano allo smantellamento delle baracche. E, oltre ai fuochi e alla diossina, nella zona si sta allargando la discarica realizzata nella parete della collinetta. Tra i rifiuti gli unici a far festa sono i topi. Anche due giorni fa, come a ogni blitz delle forze dell'ordine, è stato impossibile risalire a chi abbia appiccato l'ennesimo rogo per bruciare i rifiuti, smaltiti in modo illegale da tanti sardi che utilizzano il campo rom abusivo come discarica.
L'ALLARME La situazione oramai è nota a tutti. Il campo è oggetto di controlli e operazioni almeno una volta alla settimana. L'argomento è stato discusso nei comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica. Gli inquirenti stanno portando avanti un'inchiesta con l'attività di indagine dei carabinieri del Noe e degli agenti della Polizia provinciale. Il Municipio, diffida a parte, ha più volte ribadito che la situazione deve essere risolta in tempi rapidi: «Quanto sta avvenendo non è più sostenibile», aveva ribadito il sindaco Massimo Zedda. «È urgente un'azione decisa da parte di tutti. Il Comune continuerà la sua azione dopo aver chiesto alla magistratura il sequestro dei terreni». Eppure a due passi dalla Motorizzazione civile qualcuno continua a far bruciare di tutto.
L'APPELLO Una situazione non più sopportabile, come ha più volte ribadito il comitato “No diossina”. A Mulinu Becciu e Su Planu, i quartieri maggiormente esposti al fumo tossico proveniente dal campo abusivo, non sanno più cosa fare. Denunce, segnalazioni, esposti e proteste sembrano cadere nel vuoto. Sono più di 330 le firme raccolte dal comitato in una petizione di alcuni mesi fa per lanciare un grido di allarme e una richiesta di aiuto. Tra i firmatari c'era anche il parroco della chiesa della Madonna della Strada, don Emanuele. Eppure lo scorso giugno, dopo il blitz dei carabinieri del Noe e degli agenti della Polizia provinciale, tanti avevano sperato in una conclusione rapida e positiva. Le indagini avevano evidenziato una situazione pericolosa: montagne di rifiuti, una discarica a cielo aperto, terreni “avvelenati” dai numerosi roghi, bambini costretti a vivere tra topi ed escrementi in una terribile situazione igienico-sanitaria. L'ipotesi del sequestro dell'area - definita una bomba ecologica pericolosissima - è stata avanzata senza mai concretizzarsi. (m. v.)