Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Monumenti aperti, città rinata

Fonte: La Nuova Sardegna
4 maggio 2009

LUNEDÌ, 04 MAGGIO 2009

Pagina 20 - Nazionale



Cinquantamila visitatori alle 12, circa centomila a fine giornata Un successo che indica una strada da seguire: valorizzare la cultura




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Nel muro in pietra sono ancora evidenti una serie di piccoli solchi. La studentessa del tecnico di Decimomannu, che fa da Cicerone, spiega che «quelli sono i segni delle catene dei prigionieri». Siamo sotto il Bastione di San Remy e un tempo «qui c’erano delle carceri». La giovane fa parte delle duemila persone mobilitate per la manifestazione dei Monumenti aperti che ieri ha visto decine di migliaia di persone invadere la città. «Sì, sono stati tantissimi - informa il giovane che staziona all’interno del punto informativo di piazza Costituzione - moltissimi i turisti, ma altrettanti i cagliaritani».
Come dire che la città è amata e chi la vive vuole poterla amare sempre di più, con la libertà di visitarla.
Sotto il Bastione un tunnel porta anche all’arco che regge le scalinate del munumento. La curiosità e la meravigia si legge negli oggi dei visitatori: gruppi guidati da giovani e meno giovani che animano questa Cagliari sotterranea, fascinosa quanto poco conosciuta.
Alle 13,30, all’ingresso dell’underground del Bastione, le firme dei visitatori erano già 743. E va ricodato che i monumenti, tra Cagliari e l’hinterlnad, sono stati novantanove.
Sotto il Bastione il via vai nelle gallerie sembra quello dei giorni di festa coi negozi aperti. A guardia dell’entrata i volontari dell’associazione carabinieri smistano il traffico.
La gente paziente ha dimostrato la disponibilità a fare anche oltre un’ora di fila pur di visitare un luogo mai visto, come è capitato in paticolare per i monumenti calpestabili per la prima volta: la Scala di ferro, ad sempio, dove alle dieci di ieri mattina c’era un serpentone di almeno cento metri di persone in attesa.
Le novità visitabili di quest’anno sono state otto: oltre alla Scala di Ferro, la Casa Barrago, palazzina in stile liberty del primo Novecento; il Convitto di via Manno; la Fattoria a Sa Illetta, il cui primo impianto risale al 1567; il Palazzo di Città e la Passeggiata coperta del Bastione (rinnovata e inaugurata pochi mesi fa); la scuola elementare di Santa Caterina; e il teatro Massimo, altro simbolo di un’epoca d’oro della città, ricostruito e riaperto al pubblico di recente.
Entrando in via Università, in Castello, e guardando la cima della Torre dell’Elefante, si intravede un visitatore che scruta il panorama. Poco dopo un’immagine mozzafiato si aprirà a chi, dopo l’attesa (necessaria per far sì che chi è entrato possa uscire senza un eccessivo affollamento), potrà ammirare i rione di Stampace, l’ospedale di San Giovanni e il porto come se fossero piccoli tasselli di un mosaico.
In più: per la serie «I Racconti di Monumenti aperti», nella basilica di San Saturnino, lo scrittore Foiso Fois ha letto la sua storia «Dove soffia maggio». E alle 18 Gianluca Flois in via Corte D’Appello (davanti alla chiesa di Santa Maria del Monte), ha recitato parte del suo «Il duello», ambientato in quegli stessi luoghi.
Alle 12 di ieri mattina i visitatori, solo in città, erano circa cinquantamila, poi vi è stato un aumento. L’anno scorso, complessivamente, vi sono state circa centotrentamila persone che hanno voluto godere della manifestazione. Ieri, a fine serata, i numeri esatti non c’erano ancora, ma solo a Cagliari i numeri dovrebbero superare i centomila. Un successo ripetuto e confermato. Ma anche un dato che racconta della voglia di città da parte dei suoi abitanti e dei turisti. Quasi un’indicazione che dice di valorizzare i monumenti e i luoghi d’arte.