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Emergenza abusivismo, in Sardegna "giro nero" miliardario. "I venditori onesti sul lastrico"

Fonte: web SardegnaOggi.it
23 novembre 2016

Emergenza abusivismo, in Sardegna "giro nero" miliardario. "I venditori onesti sul lastrico"

Emergenza abusivismo, in Sardegna "giro nero" miliardario. "I venditori onesti sul lastrico"
I sardi spendono 20 miliardi, tra il 13 e il 21 per cento finisce però nel vortice degli acquisti illegali. Parte l'ennesimo sos della Confcommercio: "Investimenti in calo e chiusure in aumento".



CAGLIARI - Il volume dei consumi finali delle famiglie in Sardegna, secondo gli ultimi dati Istat, è quantificato in circa 20 miliardi di euro. Considerato, pertanto, che nelle economie del Meridione il fatturato dell’abusivismo nelle attività commerciali, turistiche e dei servizi (esclusa l’evasione fiscale) è stimabile dal 13 al 21 per cento, significa che importi dai 2,8 ai 4,3 miliardi di euro vengono sottratti al mercato regolare ogni anno. Lo rileva un'indagine di Confcommercio Sardegna nella Giornata nazionale di mobilitazione contro l’abusivismo e la contraffazione “Legalità, mi piace!”.  Circoli privati che svolgono attività di impresa di pubblico esercizio, sagre, feste locali, fiere e quant'altro con attività di vendita non sempre regolare, anche sotto l’aspetto della sicurezza e dell’igiene, eccessi di alcune attività agrituristiche, che evadono le recenti normative regionali, proliferazione di strutture ricettive abusive, anche nel settore dei b&b, seconde case affittate “in nero” e vendita abusiva di abbigliamento ed accessori, soprattutto nella stagione turistica. Sono solo alcuni degli esempi di abusivismo nell'Isola, a cui si aggiungono casi di panificazione e macellazione “clandestina”, di intermediazione immobiliare non autorizzata, di contrassegni assicurativi falsi, di vendita di prodotti farmaceutici di dubbia provenienza e di incerta composizione e di compravendita irregolare di oggetti preziosi ed oro usati.

Secondo l'associazione, il 66% delle imprese, rispetto al 62,1% ,del 2015 è danneggiato dall’acquisto illegale e i settori più colpiti sono quelli dell’abbigliamento (+2,1%), delle calzature e dei prodotti alimentari. Sale invece al il 68% la percentuale delle imprese del commercio al dettaglio che dichiara di aver subito episodi di taccheggio. E' in aumento anche il numero di imprese che hanno adottato misure per difendersi dal fenomeno (dal 48,3% al 52,6%); quanto all’identikit del taccheggiatore, per il 52% degli imprenditori intervistati si tratta di una donna di età compresa tra i 35 e i 64 anni, spesso madre di famiglia, ma aumentano le segnalazioni di taccheggiatori extracomunitari (12,4% contro l’11,9%). Confcommercio Sardegna chiama a raccolta le istituzioni nazionali e la Regione, oltre che i cittadini per avere maggiore consapevolezza dei fenomeni illegali, che arrecano danni non solo all’economia isolana ed all’Erario, ma anche alla sicurezza e salute dei cittadini e consumatori. In particolare Confcommercio Sardegna chiede: ai Prefetti, la convocazione del “Tavolo del Commercio legale e trasparente” per individuare in ciascuno dei settori segnalati, insieme ai responsabili delle Forze dell’Ordine, delle associazioni del Commercio e dei Consumatori, le iniziative per aggredire abusivismo e contraffazione; ai Sindaci ed ai Comandi delle Polizie Municipali, una capillare vigilanza sulla regolarità delle attività economiche; alla Regione, l’armonizzazione delle normative nazionali e regionali, affinchè l’esercizio abusivo delle attività commerciali, turistiche e dei servizi non trovi alibi nelle maglie larghe delle variegate competenze e venga tempestivamente individuato e perseguito.

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“I fenomeni illegali – sostiene il presidente regionale dell'associazione, Alberto Bertolotti - incidono sul corretto funzionamento del mercato in quanto falsano il gioco della concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale in quanto determinano la chiusura di imprese oneste e la perdita di posti di lavoro, colpiscono la tutela dei consumatori, la sanità e la sicurezza pubblica, causano un danno d’immagine all’intero Paese”.