Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Povertà alla porta di casa,

Fonte: L'Unione Sarda
22 novembre 2016

L'Isola tra le regioni penalizzate per spesa, reddito e depositi bancari


crescono i sardi in difficoltà Negli anni post crisi povertà non è più solo scarsità di risorse economiche: cambiano i paradigmi, muta la società e la definizione di indigente non può essere limitata alla disponibilità di denaro. Non riuscire a sostenere spese impreviste, avere arretrati nei pagamenti di mutuo, affitto o bollette, non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni o una settimana di ferie fuori casa, sono queste le nuove cartine tornasole del disagio. Ed è considerando queste variabili che si arriva presto a una cifra drammatica: in Sardegna un cittadino su cinque (oltre 325mila, il 20% della popolazione) ha grandi difficoltà ad acquistare beni di prima necessità, mentre il 30% (quasi mezzo milione di persone) si dichiara incapace di fronteggiare una spesa imprevista, anche se di entità modesta (circa 800 euro).

L'ANALISI Sono i dati rilevati nel dodicesimo Rapporto dell'Osservatorio sull'economia sociale e civile in Sardegna diffuso dallo Iares (Istituto Acli per la ricerca e lo sviluppo) che fa il punto, attraverso nuove metodologie di ricerca, sulla condizione di indigenza dei sardi. Il rapporto evidenzia la peculiarità del caso Sardegna: in un'Italia spaccata a metà, dove le differenze tra Nord e Sud restano assai marcate, l'isola presenta una situazione complessa. «Analizzando le condizioni socio-economiche del nostro territorio regionale emergono condizioni di svantaggio economico elevate, che pongono la Sardegna in linea con le regioni più svantaggiate, per esempio sotto il profilo dei livelli di spesa, del reddito o dei depositi bancari», spiegano Vania Statzu e Sara Frau, che insieme ad Antonello Caria hanno curato il Rapporto, «mentre per altri aspetti, tra cui la dotazione di beni durevoli e tecnologici (connessione a Internet, computer, cellulari), l'isola può essere accomunata alle regioni con un minor disagio economico».

IL CASO SARDEGNA Il 96,5% dei sardi, infatti, possiede almeno un telefono cellulare o uno smartphone (la percentuale media nazionale è inferiore di mezzo punto), il 74,6% un pc (in tutta Italia il 73,5%) e il 72,6% una connessione Internet (la media nazionale è 71,2%), un aspetto che mostra un divario digitale più contenuto, non permette di includere pienamente la Sardegna nel gruppo delle regioni più svantaggiate e soprattutto «rappresenta una caratteristica determinante per lo sviluppo futuro del territorio».

LA CLASSE MEDIA A essere investita da questa situazione è soprattutto la cosiddetta classe media, quella fascia che può vivere periodicamente, e per lunghi intervalli di tempo, condizioni di povertà più o meno estrema. «I dati fotografano una regione in cui la gran parte delle famiglie affronta rinunce e difficoltà economiche, che producono una sensazione di disagio e instabilità tali da ridurre anche la percezione del proprio reale tenore di vita».
Marzia Piga