La Regione apre ai sindaci «È una battaglia comune»
Bilancio armonizzato, il vicepresidente Paci assicura sostegno agli enti locali «I vincoli sono troppo rigidi, giusto chiedere maggiore flessibilità all’Europa»
CAGLIARI. Con i sindaci, in una battaglia in cui la Regione non è la controparte. Ai 263 primi cittadini che venerdì hanno “invaso” il consiglio regionale l’assessore al Bilancio Raffaele Paci tende la mano. È stato lui ad accoglierli nell’aula, in qualità di vicepresidente della Regione. E ha ascoltato le loro lamentele e registrato i loro consigli. «Dobbiamo appoggiare la battaglia del Governo Renzi per chiedere più flessibilità all'Europa. La battaglia dei sindaci è la stessa delle Regioni – dice Paci – una partita che portiamo al Governo ma che può essere vinta solo a livello europeo. I vincoli del bilancio armonizzato sono eccessivi e troppo restrittivi: vogliamo poter spendere le risorse che abbiamo, spenderle per fare investimenti, non stiamo certamente parlando di spesa corrente. È assurdo avere soldi da parte e non poterli utilizzare per fare investimenti. Perciò serve una forte battaglia comune per convincere l'Europa a non occuparsi solo di vincoli ma anche di investimenti e dunque di crescita».
Regole e paletti. Se il dialogo c’è così come la voglia di ragionare insieme sui problemi, il vice presidente della Regione ricorda comunque che i vincoli di bilancio ci sono. Una delle lamentele dei sindaci riguarda proprio il bilancio regionale e dunque l’assegnazione annuale delle risorse. «Io non mi sento una parte diversa rispetto a voi – ha detto Paci – svolgo un ruolo diverso, ma non sono il padrone delle risorse: è compito dell'Aula di questo consiglio regionale destinare le risorse del Bilancio che arrivano dalle tasse pagate dai cittadini sardi. Per questo dobbiamo decidere insieme cosa farne all'interno della conferenza Regioni-Enti Locali. Decidiamo insieme, ma tenendo sempre ben presenti due cose: la prima è che i vincoli di bilancio ci sono e per questo bisogna fare delle scelte all'interno di quei paletti. La seconda è che al di là del Fondo unico da 600 milioni che abbiamo lasciato intatto perché sappiamo bene a quante spese devono far fronte i sindaci, la maggior parte delle risorse della Finanziaria va agli enti locali, perché è ai territori che sono destinate. Centinaia di milioni c per cantieri di lavoro, musei, politiche sociali, biblioteche, fondi per la povertà, infrastrutture e tanto altro, o ai 3 miliardi e mezzo per la Sanità».
Il debito pubblico. Il vicepresidente Paci ha poi sottolineato la la situazione non è facile, con un debito pubblico nazionale di 2.200 miliardi che «anche le Regioni a Statuto speciale sono chiamate a risanare. Non ci sono dubbi su questo, le sentenze della Corte Costituzionale sono chiarissime: anche noi abbiamo contribuito a creare il disavanzo
e anche noi dobbiamo contribuire a risanarlo. Certo stiamo lavorando per ridurre la cifra richiesta, ma il fatto che anche noi Regioni a Statuto speciale dobbiamo contribuire agli accantonamenti non si discute: e chiunque sostenga il contrario dice falsità per confondere le idee ai cittadini».