Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I boss delle strisce blu

Fonte: L'Unione Sarda
14 novembre 2016

Una giornata nei parcheggi a pagamento presidiati dagli stranieri

Un senegalese: ci impongono anche il quartiere 

l prezzo della chiacchierata rivelatrice è venti euro, accendigas e fazzoletti sono inclusi. «I posti non li decidiamo da soli, ci vengono assegnati. Stiamo un po', poi ci spostano in altre zone», racconta a denti stretti un giovane senegalese, che nella vita vorrebbe fare il calciatore e nella realtà fa il venditore di parcheggi al Terrapieno. Fingersi semplice curiosa non serve a granché, lui e gli altri connazionali stanno sull'attenti, e non appena salta fuori la parola giornalista cala il silenzio più totale. «Niente foto», dicono in coro ed evidentemente infastiditi. Sono in dodici, viale Regina Elena è sotto la loro giurisdizione.
LA SITUAZIONE Una delle tante, perché ormai sono pochi gli angoli della città non presidiati. Gli automobilisti si dividono, i commercianti pure, ma «non è una questione di razzismo, è che sono troppi e non se ne può più». Intanto le frequenti risse per postazioni contese alimentano il sospetto che dietro ci sia una sorta di grande capo che stabilisce luoghi, tempi, rotazioni, e dispone le pedine come in un grande risiko umano.
TURNI E POSTAZIONI Cammino Nuovo, un quarto d'ora dopo le sette compare il primo parcheggiatore . Jeans, scarpe da tennis e felpa con cappuccio sulla testa, quasi una divisa d'ordinanza per questi anomali ausiliari della sosta. Si piazza sul muretto, tira fuori dallo zainetto la mercanzia e si attacca al cellulare, in attesa dei primi automobilisti. Tempo tre quarti d'ora e avviene il miracolo: da uno a quaranta, la moltiplicazione è rapida e ordinata. Si dispongono secondo zone di competenza, pronti a coprire ogni centimetro quadrato di marciapiede con relativi stalli. Al Terrapieno il cartellino si timbra un po' più tardi, perché ai piedi del Bastione - ancora blindato - gli instancabili e insistenti lavoratori fanno orari da commesso. Cominciano poco prima dell'apertura dei negozi, pausa pranzo, rientro pomeridiano e via la sera. Ma c'è chi fa lo straordinario.
GLI OSPEDALI Arrivano anche al cimitero, «è vergognoso, non c'è rispetto nemmeno per i luoghi di dolore», sbotta Luigi Lai, mentre cerca di liberarsi dall'assalto pacifico ma evidentemente sgradito di uno dei tanti giovani africani presenti nel piazzale del camposanto di San Michele. «Si è superato ogni limite, capisco che sono disperati e cerchino di guadagnare qualcosa, ma ormai sono diventati troppi. Non c'è angolo della città libero, sono ovunque e nessuno controlla». E poi ci sono gli ospedali. Al Brotzu, finita la breve e contestata era dei parcheggi a pagamento (nell'area esterna alla struttura sanitaria), il ticket continua a essere doppio: quello per le visite mediche e quello - variabile e a più o meno libera discrezione dell'automobilista - da versare ai guardamacchine appostati ovunque. Idem davanti al Microcitemico di via Jenner, e nello sterrato che costeggia l'ingresso consentito solo alle ambulanze.
IL CENTRO Il copione si ripete al mercato di San Benedetto, fuori e dentro, visto che da qualche tempo nelle scale stazionano quotidianamente nomadi e mendicanti di colore. Anche gli stalli incastrati tra via Sonnino e via Barone Rossi sono soggetti alle stesse regole. Sono una ventina, a regolare il traffico, dare consigli sulla manovra più opportuna e a spartirsi eventuali guadagni.
I COMMERCIANTI «Giusto la scorsa settimana ho assistito a un'animata discussione tra due giovani immigrati, uomo e donna. Non parlavano l'italiano, ma ho capito che stavano litigando per il posto», racconta Rino Pitzalis, dipendente del Bar Vienna, in via San Benedetto. «Dopo circa mezz'ora è arrivato un loro connazionale, ha riportato la calma e suppongo abbia stabilito che potevano restare entrambi. Questo mi fa pensare che siano sfruttati da qualcuno», commenta. «Preciso che a noi non danno alcun fastidio, alla fine stanno fuori e allungano il cappellino quando esce qualche cliente. Vorrei solo sensibilizzare le istituzioni e le forze dell'ordine perché facciano controlli accurati per scoprire cosa c'è dietro».
I PROBLEMI Torna alla mente la lite del maggio scorso scoppiata tra due senegalesi in viale Regina Elena e finita con un'accusa di tentato omicidio. La rissa è stata seguita da un'altra, pochi giorni dopo, al mercato di San Benedetto, per questioni legate al diritto di postazione . «Basta, se ne devono andare. Ormai lo sanno tutti che dietro c'è una vera e propria organizzazione che li gestisce», commenta Antonello Strazzera, titolare di Marinella abbigliamento , con vetrine davanti al luogo del pestaggio.
«Anche la settimana scorsa ho visto due litigare per questioni territoriali, ma non è certo un caso isolato. Si azzuffano di continuo, e nessuno controlla», si sfoga. «I parcheggi sono già a pagamento». Trovarne altri che si espongano è impossibile: protestano in tanti, ma alla fine ritrattano. «Me li trovo ogni giorno davanti, non è il caso che le dica il mio nome».
Sara Marci