Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Ospitiamoli a casa mia»

Fonte: L'Unione Sarda
2 novembre 2016

Migranti Sabato e domenica al Massimo il convegno Lìberos su “La cultura degli altri”

 

 

Il progetto arriva a Cagliari col festival Éntula

 

 

 

P erché in Italia i rifugiati non possono vivere in una casa con altri, ma la loro destinazione deve essere un centro di accoglienza a tutti i costi? Eppure ci sono persone che abitano appartamenti grandi e che volentieri mettono a disposizione uno spazio vitale a chi fugge da guerre e povertà. Per favorire l'accoglienza domestica è nato un network di solidarietà, conoscenza, condivisione che sostiene chi vuole offrire aiuto e chi di questo ha bisogno. A fare da apripista a “Welcome Refugees” (nome del progetto nato 2014) è stata una coppia di Berlino. Mareike Geiling e Joans Kakoschke hanno creato un sito web nel quale chiedevano di mettere a disposizione stanze, ricevendo una pioggia di proposte. In un anno 210 persone sono state sistemate in case private di mezza Germania. Nel frattempo “Welcome Refugees” si è moltiplicato in Austria, Grecia, Olanda, Polonia, Spagna, Svezia, e in diverse città italiane. Ora arriva anche in Sardegna.
REFUGEES WELCOME Sarà Fabiana Musicco, cofondatrice e membro del Direttivo di “Refugees Welcome Italia” a illustrare la filosofia del progetto e gli aspetti pratici (dall'offerta della stanza all'accoglienza, ai sostegni anche pratici) sabato pomeriggio, alle 17, al Teatro Massimo di Cagliari. La volontaria è tra gli ospiti di “La cultura degli altri”, il convegno promosso all'interno della quarta edizione del festival Éntula, che il 5 e il 6, esplorerà l'urgenza di conoscere e capire le culture degli altri, e trasformarle in uno strumento di pace. Con lei, Eva Garau, assegnista di ricerca in storia contemporanea, e Daniele Biella, giornalista e autore del libro “Nawal, l'angelo dei profughi”. Coordina la giornalista Paola Pilia. A dispetto di quel che è accaduto nei giorni scorsi a Goro, ci sono tante persone pronte ad aprire le porte della propria abitazione. Non si cercano case sfitte, ma la disponibilità a dare il benvenuto sotto lo stesso tetto. Una volta registrata la propria casa, si viene contattati dal referente del gruppo e sostenuti economicamente e psicologicamente nella gestione della quotidianità.
LADY SOS I lavori del convegno si aprono al mattino del 5 alle 10,30 con due incontri: “L'abc dei diritti umani”, con Marco Pisu del Gruppo 128 di Amnesty International, che racconta il progetto Edu(Educazione ai Diritti Umani) e gli studenti del Liceo Gramsci di Olbia e quelli del Liceo Eleonora D'Arborea di Cagliari che hanno partecipato al progetto “L'Europa inizia a Lampedusa”. Alle 12 “Mediterraneo rosso”, confronto tra Luca Foschi, giornalista freelance inviato in zone a rischio e dottorando di ricerca all'Università di Cagliari, e Nawal Soufi, attivista italo-marocchina. I siriani l'hanno soprannominata “Lady Sos” perché quando si trovano alla deriva, sanno che il suo numero è sempre attivo. Alle 16, “L'Europa inizia da lontano”, con Gabriel Tzeggai dell'Archivio Memorie Migranti; e alle 17 “Aiutiamoli a casa mia”. La serata si conclude alle 18 con “L'eleganza del muro”, opera a cura dell'associazione KaraLettura.
DOMENICA Alle 10.30 incontro “La cultura cuore dell'accoglienza”, con Paolo Frau, assessore alla Cultura di Cagliari, Dolores Melis, direttrice della Mem, Valentina Piras dell'Associazione di mediatori di pace Genti de mesu, Paola Masala, curatrice del progetto “Nois, il Tg dei migranti”. Sarà proiettato il video “La Biblioteca Multiculturale di Cagliari”. Alle 11.30 “Sardegna oltre i confini”, con Stefania Muresu (associazione 4Caniperstrada), Michele Virdis (vicesindaco di Sarule) e Mauro Carta (Acli); coordina Alberto Urgu. L'incontro è preceduto dalla proiezione del video “Oltre i miei confini”. Alle 12.30 “Angeli e demoni”, ultimo appuntamento della giornata, con Daniele Biella e Nawal Soufi.
Caterina Pinna