Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Il Casic non è pronto ad accogliere i rifiuti

Fonte: La Nuova Sardegna
22 maggio 2008

Fatto del giorno

di Giovanni Bua

«Il Casic non è pronto ad accogliere i rifiuti»

Posizioni morbide nel centrodestra sardo: «In passato ci hanno strumentalizzato»

Fermo per manutenzione l’impianto di Macchiareddu Il presidente Graziano Milia: «È stato ingenuo prendere impegni senza conoscere la situazione»
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CAGLIARI. «Nemmeno un camion con rifiuti campani entrerà negli impianti di Tecnocasic se prima non sarà evidente dove andranno i rifiuti cagliaritani. Perché, sia chiaro, in questo momento per tutti e due non c’è spazio». Parole del presidente del Casic (e della Provincia di Cagliari) Graziano Milia, che non nasconde il suo disappunto per la notizia (anticipata ieri dalla Nuova) del ritorno nell’isola della munnezza campana. A confermare la diponibilità telefonica data martedì dal presidente Soru al commissario straordinario De Gennaro le parole dell’assessore all’Ambiente Cicito Morittu.
«La richiesta del commissario De Gennaro è dettata dalla necessità di fonteggiare un’emergenza immediata - spiega Morittu - la quantità che potremmo accogliere, superato il periodo di ferma del Tecnocasic, sarebbe più o meno il saldo di quanto la Sardegna si era impegnata a smaltire mesi fa». Tremila tonnellate dunque, anche se pare che la disponibiltà chiesta a Soru sia solo per smaltirne duemila. Che però, una volta pronta l’eventuale ordinanza del commissario straordinario, non potranno arrivare subito nel porto canale. Da due settimane e fino a sabato gli impianti di smaltimento del Tecnocasic sono fermi per manutenzione, tanto che anche l’avvio della raccolta differenziata a Quartu ha subito uno slittamento. I conferimenti ordinari (dirottati a Villacidro) riprenderanno lunedì, dopo il fine settimana di prove tecniche. «Solo dal 31 però - spiega il direttore del Tecnocasic, Mario Murgia - si potrà fare una valutazione sulla nostra capacità di accogliere spazzatura da altre regioni».
«Mi sembra un’ingenuità enorme aver dato la propria disponibilità senza aver verificato la situazione - attacca Milia - Per esperienza posso dire che quando l’impianto rientra in funzione dopo un periodo di fermo arriva il doppio della spazzatura di norma conferita da Cagliari e dai dai comuni dell’area vasta: dalle 800-900 tonnellate giornaliere il Tecnocasic stima di vederne arrivare fino a 1.800. In questa situazione o la Regione specifica in un’ordinanza che l’area di Cagliari deve continuare a mandare i rifiuti a Villacidro o nemmeno un camion “campano” entrerà in Tecnocasic». E se il presidente Milia rimane coerente nel suo estremo disappunto (manifestato anche ai tempi della prima spedizione), è più complessa la posizione di quanti fecero le barricate sulle banchine nelle quali vennero scaricati i tre carichi di monnezza l’inverno scorso. Visto che nel mentre il «mandante» ha cambiato casacca. Non è più Romano Prodi, ma Silvio Berlusconi. E a prendere manganellate al porto canale c’era anche qualcuno che ora siede nei banchi della sua maggioranza in Parlamento.
Così, se il telefono di Mauro Pili squilla a vuoto tutto il giorno e quello di Emilio Floris è irragiungibile, l’impasse non turba il coordinatore regionale di Fi Piergiorgio Massidda: «Siamo stati strumentalizzati la volta scorsa - spiega - Lo saremo anche questa. Non è un problema. Noi sappiamo bene che la situazione è diversa. E sappiamo altrettanto bene cosa chiedevamo la volta scorsa. E quali pericoli abbiamo corso». Le differenze per Massidda sono principalmente due: «Prima di tutto - chiarisce - l’altra volta Soru agì in completa solitudine. Ponendo la Sardegna di fronte a una sovraesposizione mediatica disastrosa. In un momento in cui erano in corso le principali fiere internazionali del turismo. L’aiuto dato non faceva parte di un piano organico di smaltimento, portato avanti da tutte le regioni. Ma era un gesto isolato, fine a se stesso, che niente risolveva. Inoltre aver agito in piena emergenza - continua Massidda - non ha permesso assolutamente di controllare che tipo di rifiuti arrivavano dalla Campania. E noi sapevamo per certo, informati dalla stessa commissione di inchiesta nazionale, che la Camorra stava approfittando della situazione per smaltire amianto e residui speciali mischiati all’immondizia generica. Noi al porto canale chiedevamo solo di controllare che tipo di rifiuti sbarcavano. Non ci è stato concesso. Ora sappiamo che questo genere di pericoli non sussistono. E sappiamo che chi ha dubbi potrà andare a vedere». Dello stesso avviso un altro degli scettici dello scorso inverno, Michele Cossa dei Riformatori: «La novità è che il probema ora viene aggredito con decisione. Prendere 2000 tonnellate senza un piano complessivo è un gesto simbolico, la Campania in un giorno ne produce 6000. Fare la propria parte in un’azione complessiva è tutt’altra faccenda». Rimane molto critico invece il deputato di An Bruno Murgia: «Anziché far venire i turisti - attacca - il governatore, tra un acquisto e l’altro, fa arrivare immondizia, riparandosi dietro la scusa che “i rifiuti non sono né di destra né di sinistra”. Sarebbe stato meglio attendere le decisioni del consiglio dei ministri a Napoli, invece che tener fede alle promesse personali fatte al disastroso Governo Prodi». Sarcastica la replica del leader di Sardigna Natzione Bustianu Cumpostu: «Forse questa volta vedremo anche qualche bandiera rossa sventolare al porto canale. Di sicuro le nostre ci saranno. Siamo di fronte non a un gesto di solidarietà ma di sudditanza».
«Arrivano i rifiuti - attacca Gavino Sale dell’Irs - Soru li accoglie a braccia aperte. Tutto sembra ripetersi. Eppure qualcosa cambia. Dopo le barricate demagogiche del centrodestra ora si realizza quanto avevavo denunciato: non c’era nessun reale interesse da parte degli esponenti del Pdl a contrastare l’arrivo di scorie incontrollate, se non quello di cavalcare l’onda del sentimento popolare. Ora che il primo ministro italiano ordina, i piccoli uomini del centro-destra italo/sardo obbediranno».
«La disponibilità a smaltire una modesta quantità d’immondezza campana per uscire dall’emergenza ambientale, dimostra come il problema che affligge Napoli e dintorni non sia di destra o di sinistra. Piuttosto viene da chiedersi se i soloni del centrodestra sardo, ora che Silvio Berlusconi è al governo, erigeranno ancora barricate e occuperanno le banchine dei porti sventolando i tesserini da parlamentare. O forse i rifiuti campani adesso puzzano di meno?». Così Chicco Porcu, consigliere regionale del Pd. «La posizione della Regione - continua Porcu - è coerente con il buonsenso e con il principio di solidarietà. A dettarli sono gli stessi valori che hanno ispirato la disponibilità data nel dicembre scorso, ma che allora era costata tafferugli sotto la casa del presidente Soru e dichiarazioni di fuoco di autorevoli esponenti del centrodestra sardo».