Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Uno stanzone per 15 ragazzi Migranti senza genitori dormono in branda nel centro città

Fonte: L'Unione Sarda
26 ottobre 2016

Dopo l'ultimo sbarco la Croce rossa ospita alcuni giovani nella sede di viale Merello 

 

Intorno, ville e il verde dell'orto dei cappuccini. All'interno, una sala riunioni trasformata in alloggio di fortuna: quindici brande per quindici ragazzini. Minorenni, senza genitori, stranieri. Gambiani, soprattutto, ma anche senegalesi, tra i 14 e i 17 anni.
È stata trasformata in un accampamento d'emergenza la sede della Croce rossa di Cagliari, in viale Merello. Un edificio vecchio, circondato da transenne, con la facciata macchiata da lanci di bombe di vernice rossa, ricordo di qualche manifestazione. I giovani migranti sono lì dal 6 ottobre: la nave spagnola Rio Segura aveva scaricato in Sardegna 1.258 stranieri salvati nel canale di Sicilia, portando al collasso il sistema dell'accoglienza. Non bastavano i posti-letto nelle strutture convenzionate, gestite dalle coop e società varie. Mancavano soprattutto gli alloggi per i minori. La Prefettura è andata a caccia di ogni spazio disponibile, più o meno adeguato.
EMERGENZA «Ci è stata chiesta la disponibilità e noi l'abbiamo data. In Sardegna non ci sono strutture adeguate per i minorenni»: la spiegazione è di Fernanda Loche, presidentessa della Croce rossa cagliaritana. E aggiunge: «Non prendiamo un centesimo dalla Prefettura. L'anno scorso abbiamo pagato, di tasca, 40 mila euro». E le spese, in questa tornata, non sono basse: il ministero dell'Interno offre 45 euro per ogni minorenne ospitato. Loche ha accettato comunque la proposta arrivata da Piazza Palazzo, il giorno dello sbarco. E l'unica soluzione possibile è stata la trasformazione dello stanzone nella sede dell'associazione in accampamento: «Ribadisco, era un'emergenza. Credo che a breve verranno trasferiti. Non so nemmeno se noi continueremo a offrire questo servizio». Da fuori si vede un bagno, separato dallo stabile principale: sembra esserci una sola doccia. Ma la presidentessa assicura: «L'edificio è a norma». Anche se lontano dai requisiti dettati dalla Regione per le strutture destinate ai minorenni: parlava di appartamenti.
CANCELLI E CATENE Per chi passa tutti i giorni in viale Merello la scena è sempre uguale. I ragazzi sono spesso nel cortile. Stanno dietro i cancelli chiusi con le catene, controllati dai volontari in tuta rossa. Giocano, tutti intorno a un biliardino. O a pallone nel piazzale, quando non stanno seduti a guardare trascorrere le ore. I loro indumenti lavati sono stesi sotto un gazebo. Al piazzale si accede dopo aver aggirato delle transenne, lo stabile avrebbe bisogno di una rimessa in sesto. Ieri mattina, verso le 10, erano in corso le pulizie del camerone. È la sala riunioni dell'associazione trasformata in dormitorio. Lì ci sono le brande, una accanto all'altra, su due file lungo le pareti. Sono disfatte, come i letti di tanti coetanei. Davanti a una grande finestra è appeso un bandierone, con una croce rossa su sfondo bianco. L'accesso è vietato: «No, non si può entrare», spiega un volontario, «parla solo la presidentessa», aggiunge.
I SERVIZI Loche assicura che per i giovani migranti tutti i servizi sono in regola: «I mediatori sono arrivati prima di loro», spiega. La ricerca di personale risulta iniziata, però, il 10 ottobre. «Ai piani superiori ci sono degli spazi che sfruttiamo per fare delle attività. Escono. Accompagnati, ovvio. La stanza dove dormono è di 90 metri quadrati. Il cibo viene portato dall'esterno, ci riforniamo da chi conosce la loro dieta. Spazzolano tutto».
Enrico Fresu