Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Addio a Sandro Capriola, cuore di Jazz in Sardegna

Fonte: La Nuova Sardegna
28 aprile 2009

MARTEDÌ, 28 APRILE 2009

Pagina 37 - Cultura e Spettacoli

Cagliari, l’operatore culturale si è spento ieri a 60 anni






Potere alla fantasia. Se qualcuno avesse detto che lo slogan sessantotino poteva essere il motto ideale per raccontarne la condotta di vita, soprattutto nel lavoro, avrebbe sorriso a metà e, usando una colorita espressione in partenopeo, sacramentato come era abitudine, quando le cose non giravano per il verso giusto. Invece no, perchè Sandro Capriola, sessanta anni, metà dei quali vissuti nello spettacolo isolano, dove era ampiamente conosciuto e rispettato, aveva la rara capacità di risolvere i problemi dell’ultimo minuto. Con un guizzo di fantasia, appunto. Capriola se ne è andato ieri mattina all’improvviso, lasciando un vuoto incolmabile, nel cuore di chi lo amava o l’aveva conosciuto. Originario di Napoli, precisamente di Casoria, dopo una parentesi milanese, negli anni Settanta, vissuta in prima fila nell’impegno politico, coniugato con Anna, una ragazza sarda, decise nel 1979 di sbarcare a Capoterra (dove per una legislatura venne eletto anche consigliere comunale), nell’isola di Sardegna, destinata ad essere la sua terra d’adozione.
Qui entrò in contatto con il gruppo di giovani appassionati di Jazz in Sardegna guidati allora dal giornalista e critico musicale Alberto Rodriguez, diventando uno di loro. Quel nucleo costituì il più importante centro organizzativo di spettacoli musicali nella regione. Sandro, colonna portante di Sardegna Concerti, ne era il motore. L’uomo dei grandi eventi e dei tour. Da Cagliari ad Alghero, da Nuoro a Sassari. Si trattasse di Ramazzotti o De Gregori, Vasco Rossi o Bob Dylan. Con molti di questi artisti costruì addirittura rapporti di amicizia. Questo manager dall’accento inconfondibilmente napoletano - che non aveva mai perso, nonostante le sue permanenze in Lombardia e in Sardegna -, imponente come una montagna, dall’aria sorniona ma dagli occhi mobilissimi e curiosi, dalla risata franca come dagli scatti d’ira improvvisi simili a temporali estivi preceduti da un sordo brontolìo, era immediatamente simpatico. Al primo contatto. Impossibile non diventarne amico, resistere alle battute, alla proverbiale e contagiosa ironia. Capriola amava la vita, la politica, il buon vino, gli amici. E, naturalmente la musica. Adorava Miles Davis come la canzone napoletana.
Nel lavoro era un autentico prussiano. Controllava con professionalità e pugno di ferro le opere di installazione di palchi giganteschi e platee, sorvegliando i servizi d’ordine degli appuntamenti (fosse il live di Ligabue o la piazza dei Centomila che doveva accogliere il Pontefice). Attaccato al telefono risolveva i problemi dell’ultimo minuto affinchè gli show funzionassero. Instancabile e ansioso che tutto potesse andare per il meglio. Dall’inizio alla fine. (walter porcedda)