Rassegna Stampa

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Castello, gli ascensori difettosi in un quartiere che decade

Fonte: web Vistanet Cagliari
14 ottobre 2016



 

Il quartiere di Castello, collegato alla parte bassa della città da diverse strade e da ascensori, vive ormai una situazione di continuo disagio dovuto ai guasti assai frequenti dei quattro ascensori che rendono difficoltose le visite al quartiere e, fatto ancora più grave, impediscono ai residenti di raggiungere in modo rapido e senza fatica le proprie case.

img_6910«È una situazione paradossale – racconta Antonio, falegname di Castello -, molte volte tento di utilizzarli perché sono comodissimi, senza saremmo tagliati fuori dalla città, ma per la maggior parte del tempo sono guasti. Una volta rientravo nel quartiere passando da viale Regina Elena con un carrello della spesa e delle buste; sono andato verso il primo ascensore e ho trovato il cartello “fuori servizio”; mi sono spostato più giù verso l’altro e anche lì, stesso cartello. Alla fine sono dovuto rientrare a piedi, facendo tutto il giro del Bastione. Ho immaginato gli anziani che si fossero trovati nella mia stessa situazione».

Anni di “fuori servizio”reiterati, poi la chiusura dei cantieri comunali, con i quali si poteva almeno avere un controllo sugli utilizzi degli ascensori e quindi evitare che venissero usati male e guastati più facilmente;infine una promessa di collaudo degli impianti un anno fa. A oggi la sola risposta che i residenti hanno avuto dall’amministrazione è stata quella di continuare ancora ad avere pazienza perché a dicembre prossimo sarà assegnato l’appalto per la sostituzione definitiva degli impianti. “E da qui a dicembre?” si domandano i residenti.

In un quartiere di 1417 abitanti, dove quasi il 20% della popolazioneha più di 65 anni, bisognerebbe ritenere prioritario un problema di questo tipo. «Il quartiere è isolato in tutti i sensi – racconta Maria Grazia, che abita in via La Marmora – senza gli ascensori non hanno nessuna utilità per noi nemmeno le fermate dei pullman in viale Regina Elena o il parcheggio coperto a pagamento. Io ho l’auto ma prendo il pullman perché nel quartiere comunque non ci sarebbe parcheggio e ogni volta che scelgo di prendere l’ascensore non so che situazione troverò».

img_6892L’assessore Marras cerca di tranquillizzare gli animi riconoscendo l’inadeguatezza delle macchine per  esigenze dei cittadini. «Quegli ascensori rispondevano a logiche diverse quando sono stati fatti, oggi ne usufruiscono anche i turisti che prima non erano così numerosi. Le esigenze sono cambiate – prosegue l’assessora Marras -. Sono stati reperiti dei fondi ed entro dicembre individueremo la ditta che farà i lavori di sostituzione. Ho chiesto, inoltre, che vengano fatti dei controlli sull’impresa che svolge la manutenzione e che questa impresa sia rapida nel svolgerla».

«L’amministrazione dovrebbe vigilare sul perché ogni volta ci siano dei ritardi nella loro manutenzione>>ha suggerito il consigliere Giorgio Angius (Riformatori) . Oggi questi ascensori mal funzionanti sono uno fra i tanti problemi del quartiere, perché i residenti lamentano disagi altrettanto profondi. Le sole attività che sopravvivono sono bar e ristoranti, qualche bottega artigiana e un piccolo negozio di alimentari che resiste perché è l’unico nella zona e perché si è reinventato anche con prodotti tipici rivolti ai turisti. Inoltre, manca un ufficio postale e non ci sono edicole.

 

«Ormai il quartiere è morto – dice rassegnata Maria Grazia, residente in Castello -, non ci viene più nessuno, se non i turisti o i pochi frequentatori dei baretti. Per il resto non c’è più vita nel quartiere».

«Il Comune ci ha dimenticati – continua Antonio –per diversi motivi. A cominciare dal decoro delle strade, con i cassonetti che sono mal dislocati; diversi edifici abbandonati a se stessi e i mezzi pubblici quasi inesistenti; poi la viabilità con le transenne sparse ovunque e i mezzi che non riescono quindi a passare. Anni fa qualche consigliere comunale passò di qua  a chiederci cosa avrebbero potuto fare per migliorare la vita del quartiere ma le cose, dopo anni, non sono cambiate».