Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In pensione prima: con l'Ape I dettagli della proposta che il governo farà ai sindacati

Fonte: L'Unione Sarda
28 settembre 2016

Sarà possibile ritirarsi dal lavoro in anticipo (a 63 anni) con un prestito bancario

 

ROMA I lavoratori italiani potranno andare in pensione con qualche anno di anticipo subendo una riduzione dell'assegno, oppure senza oneri se rientrano in alcune categorie “sensibili”. È l'ipotesi che il governo si prepara a portare oggi al tavolo con i sindacati e che sarà contenuta nella legge di bilancio 2017. Il meccanismo dell'Ape, sigla che sta proprio per anticipo pensionistico, sarà accessibile a tutti i lavoratori ma con penalizzazioni sull'assegno, secondo le indiscrezioni, del 5-6% per ogni anno di anticipo.
LA PROPOSTA Il ruolo dell'Inps nella gestione dell'Ape dovrebbe essere di tramite con gli istituti di credito, attraverso una convenzione col sistema bancario e assicurativo. L'Ape sarà possibile attraverso un prestito bancario e permetterà di accedere alla pensione a 63 anni. L'anticipo massimo possibile sarà fissato a 3 anni e 7 mesi e il lavoratore potrà chiedere di farsi anticipare l'intero importo o una parte. La penalizzazione servirà proprio a ripagare il prestito bancario. L'anticipo riguarderà la pensione di vecchiaia, mentre per la pensione anticipata resteranno i requisiti normativi attualmente in vigore: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
Governo e sindacati stanno discutendo se cambiare questi requisiti per i cosiddetti lavoratori precoci. Chi rientrerà nella cosiddetta “Ape social” non dovrebbe subire decurtazioni in virtù di un bonus fiscale. Di questo strumento beneficerebbe solo chi ha diritto a una pensione mensile lorda inferiore a 1.500 euro, secondo l'ipotesi del ministero del Lavoro.
LE RICHIESTE I sindacati chiedono invece un innalzamento a 1.650 euro lordi per includere gli operai specializzati. La proposta inserirebbe tra i beneficiari dell'Ape social i disoccupati di lungo corso, gli addetti a mansioni rischiose e coloro i quali svolgono un lavoro considerato usurante. In quest'ultima categoria potrebbero essere considerati anche gli infermieri e gli insegnanti della scuola dell'infanzia e primaria. Inoltre l'Ape social dovrebbe sostenere gli invalidi e i lavoratori che assistono un portatore di handicap grave grazie alla legge 104.
Il governo sta cercando soluzioni per ridurre ancora la decurtazione dell'assegno in seguito all'utilizzo dell'Ape. Tra le ipotesi, l'innalzamento della soglia della no tax area per tutti, equiparando pensioni e lavoro, a 8.125 euro lordi e un'estensione della quattordicesima per i redditi più bassi. L'accordo dovrebbe rendere gratuiti gli oneri di ricongiunzione dei contributi a fondi pensionistici diversi. Infine si studia un anticipo della rendita per chi ha aderito a una previdenza complementare.