Rassegna Stampa

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Scuole sarde vecchie e a rischio, ecco il report di Cittadinanzattiva

Fonte: web sardiniapost.it
28 settembre 2016

 

Scuole vecchie e poco sicure: la fotografia scattata da Cittadinanzattiva sull’edilizia scolastica italiana conferma ancora una volta che la strada verso una scuola ideale è ancora tanta da fare. Il quattordicesimo Rapporto sicurezza, qualità, accessibilità a scuola, presentato a Roma venerdì scorso dall’associazione all’interno del programma ‘Imparare sicuri’ analizza lo stato di salute degli istituti scolastici italiani.

I punti più critici sono ancora le barriere architettoniche, la mancanza di certificati di idoneità e sicurezza, gli sprechi energetici: il rapporto è stato scritto esaminando le quarantun mila sedi che ospitano quasi otto milioni di studenti in tutta Italia, dall’infanzia al diploma, tenendo conto dell’Anagrafe Edilizia Scolastica del Ministero dell’Istruzione e di documenti di Inail, Ance, Cresme e altri enti.

Secondo quanto emerge dal rapporto di Cittadinanzattiva, le scuole italiane sono vecchie: solo il 32% è stato costruito dopo il 1976, ovvero da quando entrò in vigore la legge nazionale “Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche”. Il 39% fu edificato dal dopoguerra fino al 1975, il 15 tra il 1800 e il 1945. L’uno per cento, cioè 410 scuole italiane, sono addirittura edifici precedenti al 1800. Solo l’8% degli istituti ha dichiarato di avere rispettato le normative antisismiche.

In questo quadro la Sardegna non si distingue molto, con un primato sull’efficienza energetica ma risultati medi sul resto. Va comunque meglio rispetto ad altre regioni italiane: Campania, Calabria, Emilia Romagna sono agli ultimi posti per sicurezza e qualità degli edifici.

L’Isola fa meglio di tutti sul consumo energetico: tra le 1504 sedi scolastiche distribuite nella regione, ben 1128, il 75%, si sono dotate di pannelli solari, doppi vetri, strutture isolanti per pareti e coperture con l’obiettivo di ridurre gli sprechi e rendere efficiente il riscaldamento. Siamo al secondo posto nella classifica nazionale, dopo Val d’Aosta e Veneto, dove il 79% delle scuole ha pensato a sistemi simili. In fondo alla lista ci sono Calabria, Emilia Romagna, Toscana, Sicilia e Campania.

La Sardegna non è una regione a rischio sismico e dunque le scuole costruite su aree in pericolo su questo punto sono a zero (a differenza di Sicilia e Campania che contano oltre quattromila edifici ciascuna), abbiamo però 67 strutture in zone a rischio idrogeologico. Ne sanno qualcosa a Capoterra, dove la scuola materna di rio san Girolamo è ancora chiusa a causa del tragico nubifragio dell’ottobre 2008: l’edificio fu travolto da acqua e detriti del fiume in piena, solo per un caso non ci furono vittime; oggi è un rudere che attende di essere demolito. Molte scuole sarde poi, tra cui alcune danneggiate dall’alluvione del novembre 2013, sono state interessate da interventi di restauro grazie ai 185 mila euro raccolti da ‘Sardegna Chiama’, iniziativa di solidarietà messa in piedi dall’associazione Dromos di Paolo Fresu insieme alla Fondazione Sardegna. Altre, invece, sono state inserite nel finanziamento del Governo ‘Italia sicura’. Nel complesso, comunque, siamo al diciassettesimo posto su 19 regioni per numero di scuole a rischio idrogeologico: la situazione peggiore si registra in Campania, con ben 1617 scuole su 4500 in pericolo.

Siamo invece all’ottavo posto per il superamento delle barriere architettoniche: il 76% delle scuole sarde, 1113 su 1504, hanno adottato accorgimenti sull’accessibilità, come posti auto per disabili, pedane e scivoli.

Pessimo, infine, il risultato sulla sicurezza: il 15,4 % delle scuole sarde non possiede un documento sulla valutazione dei rischi.

Francesca Mulas

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