Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Macbettu”, Shakespeare si è fermato in Barbagia

Fonte: L'Unione Sarda
23 settembre 2016

TEATRO. Al Massimo di Cagliari il primo studio del progetto di Alessandro Serra

 

 

 

 

L ady Macbeth ha barba e baffi, essendo un uomo, come vuole la tradizione elisabettiana. I generali e i nobili scozzesi vestono panni di velluto, berritte e camicie senza collo. È un'opera aspra e potente, il “Macbettu” di Alessandro Serra.
Allestita al Teatro Massimo di Cagliari sotto forma di studio, la tragedia di Shakespeare parla barbaricino. Si apre nel buio percosso da una musica che sa di tempesta, prosegue nei movimenti esatti, quasi coreografici, degli ottimi attori diretti da Alessandro Serra. Ideatore, anche, di questa versione scarna e audace di una vicenda di sangue, rimorsi e tradimento. Affidata interamente all'espressività degli attori perché il testo, tradotto da Giovanni Carroni, risulta quasi del tutto incomprensibile ai non nuoresi.
«La lingua sarda non limita la fruizione ma trasforma in canto ciò che in italiano rischierebbe di scadere in letteratura», è scritto nella presentazione. Ma le parole, potrebbero anche sparire da questo spettacolo in cui contano le posture, i gesti, il meccanismo d'insieme, l'impostazione asciutta.
Sul palco solo il bianco e il nero, scelta di straordinario effetto grafico. Pochi oggetti, per una narrazione che scava, sottrae, riduce al minimo la trama. C'è un delitto, e poi la follia e poi il castigo. E la polvere che tutto confonde e le pietre posate con cura, come sapevano fare al tempo dei nuraghi. Una leppa per l'assassinio del re Duncan e una sedietta impagliata al posto del trono conteso. Le streghe hanno i fazzoletti in testa e le fardette lunghe delle donne di paese di una volta. Il valentissimo cast, la cui indicazione è complicata dal fatto che tutti i protagonisti rivestono molteplici ruoli, è composto da Fulvio Accogli, Andrea Bartolomeo, Leonardo Capuano, Giovanni Carroni, Maurizio Giordo, Stefano Mereu, Felice Montervino, Leonardo Tomasi.
Assente l'allegria, dominanti, invece, la rabbia e la violenza.
La seconda fase dello studio verrà proposta, sempre al Massimo, il 18 novembre alle 19.
Alessandra Menesini