Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Arbitri, cartellino rosso: espulsi dal campo Coni

Fonte: L'Unione Sarda
20 settembre 2016

COMUNE. Sorgia: «Sfrattati». Marcialis: «Norme uguali per tutti»

 

 

 

L'applicazione delle nuove regole sull'uso del Campo Coni ha spiazzato gli arbitri cagliaritani di calcio. La “delibera sulle tariffe” dell'aprile scorso, contrariamente al passato, definisce tempi e modi per l'uso degli impianti e «non risulta più possibile - sottolinea il consigliere comunale Alessandro Sorgia, firmatario di un'interrogazione al sindaco e all'assessore allo Sport - utilizzare gli spazi della pista di atletica». Secondo il bando, chiarisce Sorgia, «l'unico spazio concesso agli allenamenti degli arbitri sono quelli adiacenti alla pista: il pistino al coperto, il campo in erba, posto all'interno della pista celeste, gradoni e zone interne alla circonferenza della pista». Sentitisi sfrattati dal loro campo - gli arbitri si allenano proprio nell'impianto di viale dello Sport, intitolato 2010 dal Comune a Riccardo Santoru, arbitro morto il 4 settembre dell'anno prima proprio nella pista Coni nel corso di un raduno precampionato - i direttori di gara hanno protestato. «Chiedono», precisa Sorgia, «di riutilizzare totalmente la struttura dove si allenano da vent'anni». In alternativa «un impianto idoneo e adeguato alle esigenze di un'associazione sportiva da sempre portatrice di sani principi educativi».
L'assessore allo Sport Yuri Marcialis: «Nessuno sfratto. Abbiamo regolamentato gli accessi agli impianti comunali, compreso il campo Coni. Succedeva che in quel campo entrasse chiunque e facesse un uso non regolamentato della pista di atletica. Alla Federazione degli arbitri abbiamo concesso l'uso del pistino di 100 metri e le altre strutture». Decisione non gradita: «Ci è stato di poter usare due corsie, la 7 e la 8 della pista centrale, ma questo non è possibile». Il cambio di rotta: «La nostra politica è aprire gli impianti alla città, farli usare a tutti i cittadini rispettando le regole di convivenza e di corretto uso delle strutture».
IBBA La dichiarazione dello «stato di calamita naturale a seguito dell'alluvione che ha colpito la città e Pirri» è stata chiesta al Comune dal presidente del gruppo Popolari e Azzurri per Cagliari, Federico Ibba. «Gli eventi legati all'ultima alluvione, tenuto conto della mancata allerta meteo e soprattutto l'inadeguatezza delle opere come i vasconi, costate diversi milioni di euro e inaugurate solo da qualche mese, nonché l'inadeguata pulizia dei tombini che ha causato il completo allagamento della via Roma, tra i quali il piano terra del Consiglio regionale e di diversi locali della via Mameli, impongono lo stato di calamità naturale». Per Ibba «i gravi danni sarebbero potuti essere scongiurati con un'adeguata informazione sul pericolo o solo con un'adeguata manutenzione dei sottoservizi». L'iniziativa: «Come componente della commissione Bilancio proporrò una delibera per creare un fondo di risarcimento per i cittadini che comproveranno i danni subiti». (p. p.)