Le critiche per la bomba d'acqua sul Cagliaritano non annunciata
Sotto accusa non ci sono solo le previsioni sballate. «Nel cuore della notte, mentre tutto il Campidano era sott'acqua, non abbiamo ricevuto nessun avviso. Se la Protezione civile lavora 24 ore su 24, perché non siamo stati messi in allerta almeno durante il temporale?», si chiede Stefano Delunas, sindaco di Quartu. Pioggia, danni e polemiche. Un trittico ricorrente nella Sardegna dove acquazzoni tropicali - quasi sempre imprevisti - e alluvioni sono ormai di casa. Il primo a lamentarsi è stato Massimo Zedda: «Non abbiamo ricevuto nessun avviso. Le ultime comunicazioni riguardavano un'allerta ordinaria». Invece a Pirri e dintorni si è vissuta una notte d'emergenza: strade trasformate in fiumi, auto trascinate dalla corrente, scantinati allagati.
LE PREVISIONI «Non abbiamo sbagliato le previsioni. Il fenomeno dell'altro giorno non è stato pronosticato da nessun calcolo. Ci aspettavamo che i temporali dal nord dell'Isola non andassero oltre Sanluri. Ma certi eventi non sono prevedibili, devo dire che in questo caso non abbiamo nessuna responsabilità», dice Mario Graziano Nudda, direttore generale della Protezione civile regionale. In tre quarti d'ora sono caduti sul Cagliaritano oltre 40 millimetri di pioggia. E i pericoli sono stati ridotti solo perché il tifone si è esaurito nel corso della notte. «I sindaci hanno operato molto bene, nonostante il mancato preavviso», aggiunge diplomaticamente Nudda, che chiarisce: « Le critiche per la Protezione civile? Sono eccessive. Però servono per far meglio».
LA NOVITÀ Nei prossimi mesi, per evitare incomprensioni e falsi allarmi, potrebbe arrivare una modifica dei bollettini meteo. Oltre alla «criticità idrogeologica» e a quella «idraulica», legate a smottamenti e esondazioni dei fiumi, si aggiungerà la «criticità per temporali». In questo modo il lavoro dei sindaci dovrebbe essere facilitato.
LA POLEMICA «I fatti dimostrano che nell'attuale sistema c'è qualcosa che non va», attacca il primo cittadino di Quartu. «A volte non veniamo avvisati dei temporali, altre invece vengono inviate delle allerte per semplici piogge. È facile così: tanto la responsabilità è di noi sindaci. Spesso siamo costretti a convocare inutilmente il coordinamento della protezione civile comunale, che ha un costo». Ma c'è un altro aspetto. La prevenzione è ostacolata dalla burocrazia: «I lavori per mitigare il rischio idrogeologico non dovrebbero sottostare alle regole del Patto di stabilità. Renzi ha proposto di bypassarlo per mettere in sicurezza le scuole, io credo si debba allargare il discorso alle opere anti-alluvione», dice Delunas.
LA SPIEGAZIONE Giuseppe Bianco, direttore del dipartimento meteoclimatico dell'Arpas, spiega perché i sindaci non sono stati avvertiti nemmeno a temporale in corso: «Noi abbiamo il compito di emanare i bollettini con le previsioni a orari prefissati, per mettere in allerta le amministrazioni. Poi sono i Comuni a dover segnalare eventuali problemi. Ma da noi non è arrivata nessuna telefonata. Quindi tutta la filiera non ha ritenuto di dover chiamare il meteorologo».
Michele Ruffi