SAINT REMY. Cantiere ancora aperto a Santa Caterina, si teme l'azione dei vandali
Concluso il primo lotto di lavori, attesa per l'inaugurazione
Tubazioni colabrodo e un groviglio di cavi elettrici: c'era un immenso reticolo di sottoservizi malconci nascosto dalla pavimentazione del bastione di Saint Remy. Nonostante i parziali e ripetuti interventi di restauro finalizzati a salvaguardare la passeggiata coperta dai continui allagamenti, per anni aveva creato una vera e propria barriera impedendo all'acqua di scorrere. Erano queste le cause delle infiltrazioni che mettevano a dura prova la sottostante passeggiata coperta.
I FONDI Gli imponenti lavori di ristrutturazione da tre milioni di euro hanno permesso di scoprire ed eliminare le vere cause dei ripetuti inconvenienti che per anni hanno costretto a chiudere, riaprire e ancora chiudere la passeggiata coperta. E sono serviti anche a mettere in sicurezza i parapetti.
IL PASSATO «Per evitare gli errori del passato - spiega l'assessore ai Lavori pubblici Gianni Chessa - è stata letteralmente smantellata la pavimentazione, compresa la caldana. Per dirla breve, siamo arrivati sino al solaio dove insistevano i veri problemi». Per Chessa, dopo il completamento del primo lotto, la riapertura del Bastione potrebbe essere imminente ma «bisogna davvero riflettere sull'opportunità e la convenienza di restituire subito il monumento alla città prima di completare anche gli altri due interventi su Santa Caterina dove insistono gli scavi archeologici che saranno lasciati a vista e nella parte della scalinata». Il timore è che in una tale situazione Saint Remy possa diventare terra di conquista dei vandali.
Insomma, per l'inaugurazione bisognerà ancora attendere?
I CONTROLLI «Bisognerà ragionare sulla vigilanza, non possiamo accettare che un monumento così importante, il cui restauro ha comportato una grossa spesa pubblica, possa ricadere le mani dei vandali, rovinato dai graffiti e dalle scritte. Lo dico da tempo, i primi a vigilare devono essere i cittadini, perché le telecamere hanno dimostrato tutti i limiti e servirebbe un controllo ben più efficace che sarebbe meglio predisporre a lavori completamente ultimati. Si pensi solo alle strutture di plexiglass sistemate per innalzare i parapetti e costate, da sole, centocinquantamila euro. Sarebbero le prime ad essere imbrattate», dice Chessa.
IL VIA E così per il taglio del nastro bisognerà probabilmente attendere ancora un po'. Anche se resta in piedi, concretamente, l'ipotesi di un'accelerata per restituire la “piazza” al gestore del Caffè degli Spiriti. Una cosa è certa, per Chessa: «Questa volta i lavori sono stati fatti a regola d'arte, a dimostrarlo con una prova sul campo è stato il nubifragio dell'altra notte. Nella passeggiata neppure una piccola macchia d'acqua e sul pavimento nessun ristagno».
Andrea Piras