Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tasse, i diritti negati dei sardi Unione consumatori: tutta l'Isola dev'essere zona franca

Fonte: L'Unione Sarda
12 settembre 2016

Satolli: non dovremmo pagare né Iva né accise. Randaccio: lo dicono i trattati Ue

 

Immaginate per un attimo che la Sardegna all'improvviso si trasformi in un luogo in cui non si è più costretti a pagare imposte indirette, come Iva su beni e servizi, e accise (applicate su benzina e bollette della luce). È solo un sogno, direte. «Niente affatto», afferma Monica Satolli, responsabile regionale dell'Unione nazionale dei consumatori. «Si tratta, almeno fino a oggi, di un diritto negato ai sardi». La parola chiave è, naturalmente, “zona franca”. «I sardi non dovrebbero pagare né Iva né accise, in virtù di un provvedimento legislativo che dà attuazione all'articolo 12 dello Statuto sardo nel quale è previsto l'istituzione di zone franche su tutto il territorio della Sardegna», spiega Maria Rosaria Randaccio, ex dirigente dell'agenzia delle Entrate.
Quanti milioni di euro si potrebbero risparmiare, quindi, se ai sardi venisse riconosciuto il diritto a non pagare più Iva e accise? «Tanti», spiega Monica Satolli. Se la zona franca integrale fosse riconosciuta, infatti, la Sardegna beneficerebbe dell'esenzione da dazi doganali, Iva e accise, della possibilità di versare appena il 12,5% sugli utili di impresa, e dell'esenzione di qualunque forma di tassazione sulle pensioni. «Il diritto dei residenti nell'Isola a usufruire delle “franchigie fiscali” è riservato ai territori identificati geograficamente come isole ultra-periferiche da due trattati dell'Unione europea», aggiunge Satolli. Il regime di “franchigie fiscali”, stabilito proprio per compensare gli svantaggi geografici delle Isole, «è garantito all'Italia, e quindi alla Sardegna, dal Trattato di Roma e da quello di Lisbona», osserva Maria Rosaria Randaccio. E poi aggiunge: «Nonostante l'accanimento della classe politica che continua a negare il diritto della Sardegna a usufruire di questi benefici fiscali, questo diritto non potrà mai essere sottratto all'Isola». Le franchigie fiscali che competono alla Sardegna sono sostanzialmente le stesse che oggi si applicano alle Isole Canarie «e consistono nel diritto a una tassazione molto inferiore a quella oggi imposta dall'Agenzia delle entrate tramite Equitalia e uffici finanziari che continuano a negare che la Sardegna sia un'Isola ultra-periferica in quanto circondata da 10.000 chilometri quadrati di mare e come tale abbia diritto a un regime fiscale diverso rispetto a quello che attualmente viene applicato dai commercialisti sardi». «L'aspetto importante da sottolineare è che si deve parlare di Zona Franca integrale, e non di punti franchi», conclude Satolli, «per questi infatti esistono difficoltà burocratiche». (ma. mad.)