Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le due tribù invisibili del buco Eroinomani: chi sono, cosa fanno e quali rischi corrono

Fonte: L'Unione Sarda
12 settembre 2016

DROGA.

Da un lato i vecchi assuntori, dall'altro i giovani che mescolano più sostanze


L'eroina? Se ne parla quando qualcuno muore di overdose o quando i residenti di un rione dove “ci si fa” protestano per i tappeti di siringhe. Altrimenti, in genere, non ci si fa molto caso. Eppure a Cagliari, così come in Sardegna e nel resto d'Italia, non è mai sparita, assicura Massimo Diana, dirigente del SerD: è sempre rimasta sul mercato. Sono invece cambiati, negli anni, il modo di assumerla e le tipologie di consumatore. Ce ne sono, fondamentalmente, due.
Da una parte, racconta Alfredo Fabbrocini, dirigente della Squadra mobile della Questura, ci sono i vecchi: cinquanta-sessantenni con decenni d'anni di consumo alle spalle, generalmente provenienti dalle fasce deboli della popolazione e da quartieri storicamente poveri o segnati da un inurbamento improvviso (San Michele, Sant'Elia). Per loro, magari fin dagli anni Ottanta, c'è una sola droga, l'eroina, e un solo modo di assumerla, cioè iniettandosela per endovena.
FUMATORI E SNIFFATORI Poi ci sono i nuovi consumatori: età media più bassa ma non bassissima («i ragazzini assumono prevalentemente cannabinoidi, alcol, anfetamine, ecstasy», riassume il responsabile del SerD), provenienza sociale più varia. Generalmente assumono varie sostanze, e l'eroina è una fra le tante: «È raro trovare un eroinomane puro», rimarca Diana. Preferibilmente la fumano, nella convinzione (drammaticamente sbagliata) di riuscire così a non cadere nella trappola della dipendenza, oppure la sniffano mescolata alla cocaina (che a sua volta ha smesso da tempo di essere la droga delle élite ), a volte senza saperlo ma più spesso consapevolmente, con l'obiettivo di tentare di attenuare gli effetti indesiderati della cocaina (agitazione, panico, effetti psicotici). «Qui a Cagliari - sottolinea il dirigente della Mobile - di recente abbiamo constatato che ha preso piede una versione più moderna del classico speedball , ovvero la mescolanza di eroina e cocaina: in passato le due sostanze venivano mescolate in dosi uguali. Ora, stando a quanto abbiamo trovato in alcuni sequestri, nelle dosi c'è una più forte componente di cocaina con tracce di eroina».
OVERDOSE In genere, sottolinea Diana, «noi al SerD non conosciamo quelli che poi muoiono di overdose». Essere inseriti in un programma di recupero comporta l'assunzione di farmaci (metadone o buprenorfina) che tengono occupati i recettori su cui fa effetto l'eroina: la droga, in questi casi, non fa effetto. «Noi tendiamo a somministrare questi farmaci al paziente fino al suo recupero sotto tutti i punti di vista, incluso il reinserimento sociale». A rischiare l'overdose, dunque, è chi non segue i trattamenti di disintossicazione. Poi, ovvio, i rischi sono connessi all'illegalità del mercato: è possibile che vengano spacciate partite tagliate con sostanze letali o con quantità eccessive di eroina. A volte, dopo che le forze dell'ordine sono riuscite a smantellare una banda, si crea un vuoto che viene occupato da persone poco esperte.
AUTOPSIE «Parlando con i medici che effettuano le autopsie - aggiunge Diana - ho avuto conferma del fatto che le vittime hanno in genere una certa età e condizioni fisiche compromesse, spesso proprio a causa del consumo di eroina: epatiti, Hiv».
Gli ultimi due morti raccontano qualcosa. Il 54enne trovato morto mercoledì notte vicino all'ex sede della Circoscrizione di via Cinquini, era un disoccupato. Il 45enne morto la settimana scorsa vicino alle ex case Gescal tra via Cornalias e via Serbariu, viene descritto come un uomo ai margini della società: niente cellulare, niente lavoro, nessun amico, frequentazioni borderline , nessuna residenza fissa, pasti alla mensa Caritas. Era uscito dal carcere tre anni fa.
Marco Noce