Rassegna Stampa

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Liceo Artistico,siamo avviliti e sviliti: a Cagliari l'Arte è fastidio

Fonte: web Castedduonline.it
8 settembre 2016


Il docente Mimmo Di Caterino scrive per cagliari Online. E racconta la tristezza, la rabbia per il Liceo Artistico rimasto senza una sede. "Soltanto a Cagliari, e in nessuna città europea, è possibile una cosa del genere. I linguaggi dell'arte sono concepiti solo per emigrare. Leggete tutta la storia


Liceo Artistico,siamo avviliti e sviliti: a Cagliari l'Arte è fastidio
di Mimmo Di Caterino, docente di Discipline Plastiche del Liceo Artistico e Musicale "Foiso Fois

Cagliari e l’istruzione artistica sempre negata.  Sono un docente di Discipline Plastiche del Liceo Artistico e Musicale “Foiso Fois” di Cagliari.Scrivo esasperato, il motivo? Anche quest’anno, nonostante la densità di popolazione di un Liceo nato ed immaginato dalla Riforma Gelmini per espandersi e radicarsi attraverso la progettazione creativa nel territorio, partendo dall’idea di fondo che la creatività ed i linguaggi dell’arte contemporanea fossero risorsa e motore da coltivare nei comuni e nei territori, siamo come ogni anno in forte difficoltà, non di richieste d’iscrizione, 900 studenti sono un numero di iscritti da fare invidia a storiche istituzioni Liceali artistiche di città come Roma, Napoli e Milano.

Il punto è che una tale macchina istituzionale di progettazione e formazione creativa, divisa in cinque corsi specializzanti (Audiovisivo e Multimediale, Arti Figurative: Pittura e Scultura, Architettura e Ambiente, Design e Grafica ) con in aggiunta il Liceo Musicale, non dovrebbe di anno in anno ritrovarsi dinanzi il problema di quali sedi e quali aule verranno utilizzate per l’ordinaria didattica Liceale e Laboratoriale. Possibile che tra uno spot ed un altro non si riesca a pensare a garantire una formazione in una sede permanente?

Questo Liceo a Cagliari sarà anche nato giovane, ma proprio per questo a maggior ragione andrebbe tutelato, in quanto cantiere della progettualità creativa residente nell’Isola e depositario della memoria del recente svecchiamento delle arti visive Cagliaritane che ha visto protagonisti docenti e studenti di questa istituzione (da Pinuccio Sciola a Federico Carta-Crisa).Si ragiona sulla possibilità di spostare tale Liceo (onde evitare rotazioni e doppi turni) a Monserrato. Le chiedo, le viene in mente un altro capoluogo di provincia in Europa che costringe i suoi studenti a spostarsi in periferia per seguire le lezioni in un Liceo Artistico?

Stiamo parlando di studenti in larghissima parte quotidianamente pendolari, che dalla periferia quotidianamente raggiungono Cagliari per frequentarlo, e lei sa cosa voglia dire spostarsi nel sud dell’isola con i mezzi pubblici rispetto altre realtà Italiane ed Europee. Stiamo ragionando in un area geografica dell’isola sprovvista di una Accademia di Belle Arti, questo vuole dire che in un momento di forte stasi economica come questo, una larga parte di questi studenti sarà già condannata a non concludere il suo percorso di Alta Formazione Artistica in una Accademia di Belle Arti (Sassari da sola non è in grado di coprire da sola l’alta formazione e l’alfabetizzazione nei confronti dei processi artistici contemporanei in tempi di mutazioni sociali, culturali e comportamentali così rapidi nell’isola tutta).

Non si può pensare di radicare i linguaggi dell’arte e della cultura contemporanea nell’isola, quando il suo capoluogo di provincia e città metropolitana di anno in anno ha un Liceo Artistico in crescita esponenziale di studenti ma è privo di una sede permanente che sia funzionale alle complessità formative di questo tempo ed alle specificità del percorso di studi, questo con sullo sfondo le problematiche di una terra che ha il tasso di dispersione scolastica più alto d’Europa.

Non esiste storia dei linguaggi dell’arte in una comunità che non sia legata ai luoghi, luoghi che radicati nella comunità sviluppano storie, ricerche e linguaggi a partire dal vissuto e della memoria, il Liceo Artistico a Cagliari è questo, una istituzione sintesi di un percorso di aggiornamento e svecchiamento culturale di una comunità, dove le ricerche sono combinazioni e remix linguistiche e culturali di un Isola posta in maniera dialettica verso l’altrove contemporaneo e le sue dinamiche.

Il Liceo Artistico è luogo di didattica formativa patrimonio di ricerche e di linguaggi artistici d’avanguardia ai quali lo studente attinge per orientarsi e conoscendosi definendo la sua autonomia, calibra su di sé da cosa farsi influenzare di più o di meno. Che una tale e fondamentale istituzione sia di anno in anno così maltrattata, marginalizzata e ghettizzata nelle sue specifiche problematiche puntualmente ignorate m’indigna, e questo a prescindere dalle responsabilità amministrative e politiche. A lei tutto ciò non disturba? Non la disturba immaginare che nel centro di Cagliari possa non esserci il Liceo Artistico e Musicale (che è l'unico Liceo in espansione d'iscritti e docenti nell'area)? Possibile che ad oggi nella toponomastica della città non si sia stati capaci di trovargli una sede a norma calibrata sulla doppia esigenza della specificità d'indirizzo e del diritto allo studio ed alla pubblica istruzione? Avvilente e svilente. Capisco il collega d'indirizzo che ama il sud dell'isola che vive ed abita qui da più di vent'anni arrivato dalla scuola di Scultura dell'Accademia di Belle Arti di Roma quando esclama: ti fanno venire voglia di tornare a casa. Per quello che può valere, ritengo in un contesto così complicato di scuole contro scuole, sedi contro sedi, studenti contro studenti, famiglie contro famiglie, indirizzi contro indirizzi, politici contro politici, che fare uscire fuori dal tessuto sociale e cittadino il Liceo Artistico è un errore politico, economico e culturale che inevitabilmente si rischia di pagare davanti alla storia ed alla memoria.

Non solo Cagliari è storicamente priva di una Accademia di Belle Arti, ma rischia di ritrovarsi priva di un Liceo Artistico, nato già giovane, che con quarantadue anni di scuola pubblica non ha fatto ancora in tempo a maturare la sua storia ed il suo vissuto nel territorio dove risiede. In nessun capoluogo di provincia Europeo sarebbe possibile una storia del genere, ma in quest'isola (e mi duole dirlo, a Cagliari più che mai) i linguaggi dell'arte sembrano essere così fastidiosi da essere concepiti esclusivamente per emigrare, non è pensando in questi termini che ci si può accreditare come capitale della cultura, in questa maniera si è molto meno che periferia.