MARINA. Dopo un anno senza novità
Ha aspettato buono un anno, ieri ha rotto la tregua: «Appena la comunità ortodossa che ospitiamo da mesi porterà via dalla sagrestia l'armadio con le sue cose, butterò giù quel muro». Una promessa formulata ieri mattina e replicata ieri sera, durante la predica della messa speciale per la festa di sant'Agostino (la ricorrenza cade oggi, ma ieri si celebrava santa Monica, madre del santo): don Vincenzo Fois, 82 anni mite sacerdote appassionato di storia cui è affidata la chiesa intitolata al Vescovo di Ippona, autore de Le Confessioni , è pronto a calarsi nuovamente nel ruolo del sacerdote con lo scalpello.
L'aveva interpretato con successo, quel ruolo, un anno fa, ai primi di settembre, quando aveva tirato qualche botta al muro che separa la sagrestia della chiesa di via Baylle/largo Carlo Felice dall'ex asilo Marina e Stampace, chiuso tre anni fa e oggi abitato da poche suore in attesa di sfratto: l'edificio ingloba il vecchio chiostro della chiesa, che con essa forma un importante complesso architettonico del XVI secolo la cui continuità si è spezzata dopo il 1860, con l'inglobamento dei beni ecclesiastici da parte del Regno d'Italia.
Dall'anno scorso l'ex asilo (per decenni gestito dalle suore vincenziane che ne hanno fatto un centro d'accoglienza per i bambini più poveri della città) è al centro di un contenzioso avviato da alcune ex dipendenti che reclamano pagamenti arretrati per 237 mila euro: i loro legali hanno fatto richiesta di pignoramento. La prospettiva di una messa all'asta e di un possibile passaggio in mani private dell'asilo aveva spinto don Vincenzo all'azione clamorosa, nel tentativo di risvegliare l'attenzione delle istituzioni competenti.
La Soprintendenza ai Beni culturali, dopo quell'iniziativa, aveva chiesto lumi al Comune, per decenni proprietario dell'edificio poi passato a una fondazione che, alcuni anni fa, ha assunto personalità giuridica privata. L'autunno scorso c'erano state delle iniziative: per esempio l'incontro fra la comunità dei fedeli (inclusi i Marianelli, ovvero i bambini che in quell'asilo, grazie all'impegno di religiose come la beata Giuseppina Nicoli o suor Teresa Tambelli, hanno trovato protezione e una possibilità di formarsi) e la fondazione, nel tentativo di scongiurare la vendita. D'altro canto, la Soprintendenza sembrava intenzionata a porre un vincolo.
Nell'attesa di novità che sembravano imminenti, don Vincenzo aveva interrotto le sue proteste. Ora, «visto che nulla è cambiato», è pronto a riprenderle. La comunità ortodossa cittadina, entro settembre, dovrebbe entrare in possesso della chiesa di Santa Restituta, ristrutturata e messa a sua disposizione dalla Diocesi. A quel punto, il loro armadio sparirà dalla sagrestia di Sant'Agostino: ora è proprio a ridosso del muro che il sacerdote intende abbattere. «E stavolta - dice - non mi fermerò».
Marco Noce