Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sicurezza spesso solo in un cartello

Fonte: L'Unione Sarda
19 agosto 2016

Molinari (Fiba): i fondi per il servizio di salvamento dovrebbe stanziarli lo Stato

 

Torrette di avvistamento, impianti radiofonici, mezzi di salvamento, cartelli con avviso di pericolo: spiaggia che vai, servizio di salvamento che trovi, si potrebbe dire. Perché sulla sicurezza dei bagnanti esistono regole diverse a seconda che ci si trovi in una spiaggia libera o in una “privata”, data in concessione. Accanto all'ordinanza della Regione, che disciplina «le attività esercitabili sul demanio marittimo», ci sono quelle delle Capitanerie che, nello specifico, si occupano di fissare le regole per la sicurezza in mare e in spiaggia. Nelle spiagge “private” «spetta ai titolari delle concessioni garantire la sicurezza con almeno un addetto al salvamento», ovvero il vecchio bagnino, «ogni 80 metri di spiaggia», spiega Gianluigi Molinari, presidente regionale della Fiba, la federazione italiana imprese balneari della Confesercenti. Nelle spiagge “libere” invece il servizio di salvamento è garantito dai Comuni che, però, qualora non fossero in grado di assicurare «tale incombenza», si legge nelle ordinanze delle Capitanerie di Cagliari e Arbatax, per esempio, «devono darne immediata comunicazione all'Ufficio marittimo e provvedere ad apporre adeguata segnaletica ben visibile, con la dicitura “Attenzione, balneazione non sicura per mancanza di apposito servizio di salvataggio”».
Spesso è quindi un cartello a garantire la sicurezza sulle spiagge. «I titolari degli stabilimenti devono rispettare regole rigide, sulla sicurezza non si possono fare compromessi», spiega Molinari. Un addetto al salvamento costa circa 3000 euro lordi al mese. «Svolgono un servizio fondamentale», dice Molinari.
Per le spiagge “pubbliche”, comunque, «non si può dare la colpa ai Comuni se spesso sono costretti a sistemare un cartello. Non hanno le risorse per garantire un servizio di salvamento», aggiunge. Essendo le spiagge proprietà del Demanio, «spetterebbe allo Stato mettere a disposizione i fondi». (ma. mad.)