Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sel, affondo sulla Giunta per accelerare il rimpasto: «L'Isola non può aspettare»

Fonte: L'Unione Sarda
17 agosto 2016

Uras: ora riorganizzazione significativa

Arrivano nel pieno sole d'agosto le bordate nei confronti della Giunta regionale.
Il mittente è il senatore di Sel Luciano Uras, che già all'indomani della tornata di amministrative aveva puntato il dito contro l'esecutivo. Se non è un'apertura di crisi in piena regola, poco ci manca, perché nel tritacarne finiscono Patto per la Sardegna, Giunta e dati sul lavoro.
Lo spunto arriva dalla situazione di difficoltà che si registra a livello nazionale con un'economia che soffre. Di fronte a un'esperienza negativa del governo Renzi, il parlamentare di Sinistra ecologia e libertà guarda all'interno dei confini regionali: «L'assetto del governo regionale merita una significativa riorganizzazione - attacca Uras - un tasso più alto di iniziativa e proposta politica e di responsabilità sociale».
Semmai non fosse chiaro, l'epilogo del ragionamento è una bocciatura della scelta tecnocratica perché «è superata dagli eventi e dalla profondità della crisi che vive il nostro popolo».
La situazione in Sardegna è preoccupante a causa dei «dati su lavoro e crescita che rimangono drammatici». A questo si aggiunge la condizione di un'intera generazione di giovani, «costretta a emigrare per necessità, mettendo a serio rischio il futuro della nostra terra».
Dunque, il rimpasto, rinviato per diverso tempo, sembra non essere più una pratica da tenere nel cassetto.
Già durante gli incontri bilaterali tra i partiti e il presidente della Giunta, la richiesta esplicita era arrivata da Sel, forte anche di una posizione di vantaggio dopo la vittoria al primo turno di Massimo Zedda: unico sindaco del centrosinistra a conquistare un Comune al primo turno.
Tutto è stato bloccato, però, anche dalla contingenza politica perché da un lato c'era la riforma della Asl unica da approvare e dall'altra la precarietà del Pd senza una segreteria. «Sappiamo che ci sono forze politiche, non solo il Partito democratico, che registrano un disagio interno profondo che complica la discussione», ribadisce Uras, «ma economia, lavoro e società sarde non possono aspettare».
Emergenze che non possono essere risolte solo con la firma del Patto per la Sardegna e alcune norme approvate dal Consiglio regionale a sostegno del reddito: «Sono cose utili, purtroppo non sono affatto decisive».
Sembra essere il preambolo di quello che potrebbe essere un autunno molto caldo. C'è tempo ancora per alcune stoccate che riguardano la «macchina burocratica regionale, costosissima e poco efficiente, nonostante i premi elargiti senza selezione meritocratica ai suoi dirigenti». Una bocciatura che riguarda anche «un'inadeguata corretta applicazione delle leggi approvate dal Consiglio regionale», motivo per cui Uras chiede maggiore rigore. Stessa cosa per il rapporto con Stato e Unione europea: «Serve una rinnovata autorevolezza che parta dalla definizione di un progetto partecipato e fortemente innovativo».
M. S.