Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Troppi i terreni incolti: disattesa l'ordinanza che impone la bonifica

Fonte: L'Unione Sarda
3 agosto 2016

Erbacce alte, rischio di roghi

 

Dalla periferia fino al centro città, nessun quartiere sembra essere davvero immune dal rischio incendi. Tra i palazzi, i terreni incolti (privati ma anche di pubblica proprietà) sono tutt'altro che rari. Erbacce, spazzatura, abbandono. Lunedì il rogo di Terramaini. Da giugno ad oggi i sette fuochi di Molentargius, il grande parco tra Cagliari e Quartu che non solo non dispone di un apparato antincendio ma neppure delle colonnine dell'acqua funzionanti dove Vigili del fuoco e Forestale, in caso di necessità, dovrebbero poter attaccare gli idranti.
E ieri pomeriggio le fiamme sono divampate sull'Asse mediano, lungo il bordo strada dove la vegetazione incolta rappresenta una vera “bomba” pronta ad esplodere. Fuoco spento dai ranger, così come poco dopo è accaduto a Calamosca, altra area dove la manutenzione del territorio lascia a desiderare.
Da via Cagna a via Is Guadazzonis a via dei Conversi, sotto il colle di Monte Urpinu, il pericolo di un immenso rogo è dietro l'angolo. L'intera zona, compreso il giardino dell'ex casa del comandante, un tempo sede dell'Aeronautica oggi passata nelle mani della Regione, l'erba è cresciuta a dismisura e ora è paglia secca. L'ordinanza regionale antincendio, e quella analoga comunale firmata dal sindaco Massimo Zedda, che imponevano la bonifica dal primo giugno, sembrano essere state entrambe disattese. E non dai privati.
Un esempio tra i tanti.
In via Is Cornalias gli sterpi abbondano. Se le fiamme dovessero divampare in un giorno di vento, la corsa verso il parco di San Michele sarebbe tragica. Una fotocopia di Terramaini, magari con l'aggiunta di maggiori rischi per la vicinanza delle case. L'oasi cittadina di San Michele è di fatto incorniciata da terreni incolti che già in queste settimane hanno già conosciuto il fuoco.
L'elenco delle latitanze pubbliche e private sulle zone dimenticate della città è lungo. Interminabile. Castello, via dei Genovesi: tra i ruderi di un palazzo venuto giù è invece cresciuta una piccola giungla. Facile immaginare quel che potrebbe accadere se un piromane dovesse dar voce ai cerini. Esattamente come in via Ravenna, sotto il convento delle Suore della Carità, dove una foresta di sterpi rappresenta l'ennesima spada di Damocle sulla città. E ancora il Cep, tra le case del rione e il quartiere Europeo, dove una fascia abbandonata mette in serio pericolo case e migliaia di persone.
E intanto ieri il problema delle aree incolte è stato affrontato dall'Assemblea civica. Tre gli interventi dei consiglieri Alessio Mereu (Fratelli d'Italia), Stefano Schirru (Forza Italia) e Filippo Petrucci (Rossomori). In testa, il rispetto dell'ordinanza antincendio («puntualmente disattesa») ma anche come e quando vengono fatti i controlli da parte della Polizia municipale.
Andrea Piras