Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il fuoco non è casuale» L'assessore Frau pensa a un piano preordinato

Fonte: L'Unione Sarda
3 agosto 2016

TERRAMAINI.

Il Comune chiederà i danni al responsabile dell'incendio 


L'assessore comunale al verde pubblico davanti al disastro provocato dall'incendio all'interno del parco di Terramaini parla di «pugnalata, atto delinquenziale, gesto vile». E annuncia: «Il Comune si costituirà parte civile. I danni sono ingenti, almeno 300mila euro. Faremo il possibile per riaprire la zona devastata dal rogo ma trovare le risorse non sarà facile, anche per un'amministrazione che sta puntando molto sul verde».
E mentre il parco (da ieri mattina regolarmente aperto, tranne il ponte in legno bruciato e l'area del primo ingresso, da via Vesalio, divorata dal rogo) riprende a popolarsi di atleti, coppiette e famiglie con bambini, gli 007 dei Vigili del fuoco e della Forestale proseguono le indagini sull'incendio di lunedì mattina: si analizzano le immagini degli impianti di videosorveglianza presenti nella zona per capire se si sia trattato di un vile attacco da parte di un piromane, del gesto di un irresponsabile (che magari ha gettato una sigaretta accesa tra le sterpaglie) oppure di una fatalità (una scintilla provocata dal passaggio di un mezzo pesante nei parcheggi dell'Auchan di Pirri).
LA DENUNCIA Il Comune è dunque pronto a chiedere i danni al responsabile del disastro di lunedì. Un punto fermo è già stato individuato: il rogo è partito dal terreno incolto, di proprietà di privati, accanto al centro commerciale. Lo hanno confermato da subito alcuni testimoni agli investigatori della Forestale che li ascolteranno nuovamente. Le fiamme hanno preso vita dalle sterpaglie del campo in via Pisano. Il forte vento ha fatto il resto spingendo in pochi istanti il rogo verso il parco. Il fuoco - come hanno raccontato i vigili del fuoco, intervenuti per primi - ha saltato le quattro corsie della strada ed è entrato a Terramaini. «Ringraziamo Vigili del fuoco, Forestale, Protezione civile e associazioni di volontariato per lo sforzo fatto», aggiunge Frau. «Un grazie sentito anche agli addetti del parco: hanno dato subito l'allarme quando il fuoco ha raggiunto Terramaini. Questo ha facilitato lo sgombero e il successivo intervento delle squadre anti incendio».
I DANNI Camminare tra i resti del ponte in legno e tra gli alberi carbonizzati risveglia rabbia e dolore per quanto avvenuto. Dal nero del terreno bruciato spuntano anche i poveri resti di due tartarughe. Morti anche alcuni ricci. A differenza di tanti altri animali presenti nell'oasi sono rimasti intrappolati nell'incendio. «Nascono dei sospetti», prosegue l'assessore. «Si stanno ripetendo con troppa frequenza roghi apparentemente dolosi in prossimità dei parchi. Non può essere un caso: sembra esserci un piano preordinato contro le zone verdi della città». Frau aggiunge: «Chi ha terreni deve fare le manutenzioni obbligatorie per ordinanza. Non è possibile facilitare il lavoro ai delinquenti».
PARCO APERTO Terramaini, per tutta la giornata, è stato preso d'assalto dai visitatori. Un po' per curiosità: «Volevo vedere con i miei occhi i danni provocati dal rogo», racconta un pensionato a passeggio con il nipotino dall'altra parte del laghetto. Osserva il ponte di legno distrutto e scuote la testa: «Non immaginavo questo scenario». Molti si arrampicano su cancelli e inferriate per osservare la zona distrutta dall'incendio, off limits a causa delle reti sistemate dai Vigili del fuoco e dalla Protezione civile. Ma la gran parte del parco è aperta (l'unico ingresso chiuso è il primo di via Vesalio). E in tanti sono corsi a riappropriarsi dell'oasi verde.
Matteo Vercelli