Rassegna Stampa

Il Sardegna

Giù nell'acquedotto romano un tuffo nella storia nascosta

Fonte: Il Sardegna
20 aprile 2009

La visita. Fino a domenica con il Gruppo Spano escursioni nei resti dell'antica struttura

L'accesso sotto un palazzo di via DeMagistris: poi lascoperta di tre galleriea “meno10”

Marco Mostallino marco.mostallino@epolis.sm ¦

L'hanno ritrovato sei anni fa, scavando le fondamenta del palazzo che fa angolo tra via De Magistris e viale Trento. E da ieri, fino a domenica, prossima, il tratto finora scavato dell'acquedotto romano che da Villamassargia serviva Cagliari può essere visitato nell'ambito della Settimana della cultura. Accompagnati dalle guide del Gruppo speleologico Spano, si scende per dieci metri nel sottosuolo e, dal parcheggio del condominio, si accede ai tunnel ricavati nella pietra. Tre le direzioni dove si può procedere per qualche decina di metri, prima di dover strisciare: viale Trieste, viale Sant'Avendrace e piazza Yenne. L'opera, in epoca romana, era imponente e anche allora interamente sotterranea, ricavata attraverso pozzetti profondi una decina di metri nei quali gli operai si calavano per poi scavare gallerie che andavano a incontrarsi, dando vita al percorso largo appena quanto un uomo nel quale l'acqua si incanalava per raggiungere Cagliari. Con la fine della civiltà romana e in suo trasformarsi, l'area di viale Trento venne lentamente abbandonata, le ville patrizie caddero in rovina, ma le numerose cisterne continuarono a essere utilizzate: prima come riserve di campagna, poi - con l'inizio di una nuova urbanizzazione ai primi del Novecento, come scorte d'acqua per le abitazioni o cantine. L'acquedotto tornò in parte alla luce nel XVIII secolo, quando vennero spesi denari pubblici nel tentativo di ripristinarlo: ma i lavori si fermarono e delle gallerie si perdette traccia, anche se continuarono a vivere nel ricordo della popolazione. La riscoperta ancora una volta nel XIX secolo, quindi il cemento che tra viale Trieste, viale Trento e Santa Gilla ha devastato gran parte delle vestigia puniche, romane e della città giudicale. Fino a domenica, per i cittadini la soddisfazione di esplorare un tratto di acquedotto (prenotazioni al 338.9031.664, Gruppo Spano) prima di una ulteriore e certa chiusura. È Cagliari sotterranea che torna all'attenzione solo quando - come ha denunciato ieri il Gruppo Gruppo Cavità Cagliaritane - è soggetta a crolli: un cedimento di fronte a Porta Cristina, altre crepe quando batte la pioggia. Una ricchezza che l'incuria ha trasformato in rogna.