Rassegna Stampa

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Pigliaru dice “basta” alle logiche spartitorie dei partiti: “Decido io”

Fonte: web sardiniapost.it
27 giugno 2016

 


E alla fine sul “rimpasto” è arrivato il “basta!” di Francesco Pigliaru. Con una nota diffusa in serata, una nota dai toni fermi e insolitamente duri, il governatore rivendica i suoi poteri e in sostanza si dissocia dal confronto sulle poltrone (quelle della giunta, ma anche quella di segretario regionale del Partito democratico) che si è aperto dopo le elezioni amministrative.

“Le difficoltà della Sardegna – dichiara il governatore – si risolvono con il lavoro e l’impegno quotidiano, non con distribuzioni di potere sganciate da obiettivi di legislatura chiari e condivisi. Come a tutti è noto, la costruzione della squadra è una prerogativa del presidente della Regione e io non intendo svolgerla sotto dettatura o sotto assedio, come infaustamente è accaduto nel passato”.

Più chiaro di così Pigliaru non poteva essere: basta con un confronto sul “rimpasto” che non sia fondato sulle reali competenze e sulle reali necessità di rilancio del programma. Basta con le logiche puramente spartitorie.

“Trovo curioso – si legge ancora nella dichiarazione – che alcuni esponenti della maggioranza cerchino di convincermi di ciò di cui sono già convinto: l’importanza della seconda fase del governo regionale, la necessità, dopo due anni e mezzo di interventi importanti e di riforme coraggiose, di aggiornare e di arricchire il programma che stiamo realizzando. Nell’agenda della giunta – prosegue il governatore – le priorità sono sempre state chiare e lo sono anche oggi. Ne cito alcune che si trovano già in fase conclusiva: la riforma della sanità, il Patto per la Sardegna, la nuova continuità territoriale, il secondo cruciale anno del progetto Iscola contro la dispersione scolastica. Altre riforme importanti sono pronte per essere discusse e condivise dalla nostra maggioranza. Questo rilancio programmatico è la base su cui fondare qualunque altra cosa, incluso un possibile adeguamento della squadra di governo”.

La questione del “rimpasto” si è riaperta all’indomani delle elezioni amministrative e del disastroso risultato del Pd in Sardegna. Una tempistica sospetta (nei fatti si connetteva il risultato negativo all’attività della giunta regionale) e anche poco opportuna. Questo “confronto sulle poltrone” (che Pigliaru definisce “distribuzioni di potere sganciate da obiettivi di legislatura”) ha portato ad accantonare immediatamente il dibattito sulle ragioni profonde del distacco degli elettori. E ha proposto agli elettori stessi l’idea di un Palazzo arroccato in se stesso, concentrato solo sui suoi giochi interni.Una mancanza di visione e di idealità che è stato rilevato, in un’ampia intervista a Sardinia Post, da uno dei padri nobili del Partito democratico in Sardegna, Pietro Soddu.

Ad aggravare il problema, il fatto che la nuova ripartizione degli assessorati si è intrecciata con le trattative per l’individuazione del nuovo segretario del Partito democratico in sostituzione del dimissionario Renato Soru. A quanto pare, giunto ormai quasi e metà della legislatura, il governatore ha deciso di riaffermare con forza i principi che furono alla base dell’accettazione della candidatura. E anche, implicitamente, di ricordare che fu chiamato a salvare il centrosinistra sardo dopo un altro dei recenti disastri: il ritiro dalla competizione elettorale di Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie e indagata per peculato nell’inchiesta sui fondi ai gruppi.

Siamo in presenza di una svolta nell’atteggiamento del governatore. La pazienza, a quanto pare, è finita. Si tratterà ora di vedere la reazione delle forze politiche.