Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il Centro storico rischia di affondare

Fonte: L'Unione Sarda
20 aprile 2009

Le piogge abbondanti e le perdite idriche stanno sgretolando le cavità su cui poggiano le fondamenta delle case

Il geologo: è necessaria una mappa delle zone pericolose

Vico Sant'Efisio come via Peschiera. A causa di piogge e perdite nelle tubature il sottosuolo in alcune zone della città rischia di franare.
Alcune zone della città rischiano di franare. Le ultime piogge si sono sommate alle perdite idriche delle condutture e stanno lentamente sgretolando il sottosuolo cagliaritano. Ultimo caso le lesioni in alcune abitazioni di via Sant'Efisio: le case stanno sprofondando, le crepe nei muri sono ormai di alcuni centimetri, le porte non chiudono più e la possibilità che il cedimento diventi più importante non è remoto. Il Comune, per il momento, ha firmato un'ordinanza che vieta il passaggio di auto e persone in vico III Sant'Efisio, ma non è escluso che a breve venga ordinato lo sgombero.
RISCHIO DI CROLLI Luciano Loi è il dirigente della Protezione civile comunale. È preoccupato per i cedimenti di via Sant'Efisio, ma una situazione analoga c'è anche in via Peschiera. «Il nostro compito è valutare eventuali pericoli per chi abita nelle palazzine interessate dagli smottamenti. Il rischio è serio. Ancora non sono state emesse ordinanze di sgombero, anche se per precauzione abbiamo invitato gli abitanti a non frequentare certe zone delle case». Ma che probabilità ci sono che crolli tutto? «Ancora è presto per dirlo, abbiamo commissionato una serie di indagini a geologi e ingegneri universitari. Rilievi e carotaggi sono già stati effettuati, aspettiamo i risultati che dovrebbero arrivare a giorni».
I RILIEVI Mauro Pompei è il geologo incaricato delle indagini commissionate dall'amministrazione comunale. Qual è il pericolo reale per la città? «In via Sant'Efisio il quadro delle fessure nei muri è sotto controllo, ma c'è il rischio di cedimenti strutturali. Qualcosa può succedere, quello che non sappiamo è quando, se a breve o medio termine». Cosa sta accadendo nel sottosuolo? «In alcune zone sino a non molto tempo fa esistevano delle cave, che sono state ripristinate con materiale di riporto. Ebbene - continua Pompei - molte case vi poggiano le fondamenta. Ecco che con le perdite dalle condotte idriche si delinea un quadro chiaro e preoccupante». Quale può essere il rimedio? «Prendiamo il caso di via Sant'Efisio, i fabbricati devono essere consolidati, visto che esiste un deficit nella fondazione, che è solo di un metro. L'unico sistema per garantire stabilità agli edifici sono i micropali. In sostanza le vecchie fondazioni vengono collegate con le nuove per trasferire i carichi ad almeno dieci metri».
IL GEOLOGO Che pericolo c'è per i fabbricati e per chi ci sta dentro? Antonio Franco Fadda è il presidente dell'Ordine dei geologi. «Alcune zone di Cagliari sorgono su colli di calcare formati da tre tipi di pietra. Le più morbide con l'acqua si sciolgono con facilità, stesso discorso per i materiali di risulta usati per bonificare alcune cave. Insomma, materiali che con la circolazione idrica sotterranea aumentano l'instabilità». In città c'è il pericolo di frane sotterranee? «Sì, a Is Mirrionis e a valle dell'ospedale Civile il rischio è serio, così come in certi costoni. Il vero guaio è che non esiste una mappatura delle cavità pericolose. Cagliari dovrebbe impostare un serio studio idrogeologico per individuarle. I mezzi tecnici non mancano, è necessario al più presto bandire una gara internazionale».
ANDREA ARTIZZU

18/04/2009