Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Servizi da condividere nella Città metropolitana

Fonte: L'Unione Sarda
1 giugno 2016

STATUTO. I diciassette sindaci disegnano il futuro assieme

 

 

 

 

«Snello e pensato per favorire lo sviluppo»: così Lalla Pulga, sindaco di Quartucciu, descrive lo Statuto della Città metropolitana concordato tra i sindaci dei 17 Comuni che ne fanno parte, con la sua novità principale: l'elezione diretta del sindaco metropolitano, cioè la carica che attualmente spetta al primo cittadino di Cagliari.
È stato lo stesso Massimo Zedda, assieme ai colleghi, a spiegare ieri mattina a Palazzo regio come sarà il governo metropolitano. «L'elezione diretta», ha precisato, «è una scelta condivisa da tutti, come l'intero Statuto. Per istituirla sarà necessario un referendum tra i 431 mila abitanti dei Comuni dell'Area vasta e, in seguito, una legge regionale».
Il Consiglio metropolitano nell'attuale composizione avrà vita breve: domenica si vota a Cagliari, cioè il centro che nel presente esprime il sindaco metropolitano, e in altri Comuni. Dopo l'esito del ballottaggio, l'Assemblea dovrà essere rinominata.
La vera partita, per il nuovo Consiglio, sarà con il Governo: in ballo ci sono i 168 milioni di euro del Patto tra Stato e Città metropolitane, stanziati dal Fondo sviluppo e coesione (alla Regione vanno invece 1,6 miliardi). «E poi», sottolinea Stefano Delunas, sindaco di Quartu, «è da stabilire quali competenze, e anche quali beni, la Provincia dovrà trasferire alla Città metropolitana».
L'idea, in futuro, è gestire i servizi come la Polizia locale o la raccolta dei rifiuti come Area vasta, e non più come singoli Comuni. «Ne abbiamo parlato», fa notare la prima cittadina di Sinnai, Barbara Pusceddu, «ed è la direzione in cui stiamo andando, anche se rimane il problema delle scadenze diverse degli appalti e dei Comuni che hanno società partecipate». Di certo, sottolinea il suo collega di Cagliari, Zedda, «le decisioni sulla viabilità saranno concordate». Sarà una Città metropolitana «smart, con attenzione alla parità di genere», commenta Maria Paola Secci, sindaca di Sestu, mentre Giacomo Porcu (il suo collega di Uta) fa notare che 17 Comuni non sono molti per una Città metropolitana, ma che «a guadagnarne è la facilità del dialogo».