Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il triathlon? «Un super spot: città vista in tutto il mondo»

Fonte: L'Unione Sarda
10 maggio 2016


Sport e disagi, organizzatore e assessore difendono l'evento

 

I disagi per i residenti nel centro storico ci sono stati, anche se si è fatto il possibile per limitarli al minimo; e comunque, assicurano organizzatore e assessore allo Sport, la tappa della Coppa del mondo di triathlon è stata per Cagliari un affare d'oro. Non fatevi ingannare dai pochi spettatori che hanno assistito dal vivo all'evento: secondo l'ufficio stampa degli organizzatori la città potrà essere vista da circa «50 milioni» di persone sparse nel globo. La cifra, oggettivamente elevata, risulterebbe sommando il «mezzo milione» di telespettatori previsti per la diretta tv (di RaiSport per l'Italia, una rete di emittenti internazionali per l'estero), i «10 milioni» raggiungibili dalle emittenti cui verranno distribuite le immagini video, più i contatti su internet e i social dei siti e dei profili della Federazione internazionale del triathlon. Sarà. Certo, tanti triatleti hanno condiviso nei loro profili personali post e foto della gara.
COSTI Per Sandro Salerno, patron dell'associazione Island Team che, su mandato della Federazione nazionale di triathlon, ha organizzato l'evento agonistico, la domenica bestiale vissuta dagli automobilisti cagliaritani (oltre alla chiusura del centro storico per la gara c'è stata la paralisi, causa incidenti, dell'Asse mediano) va considerata il costo collaterale di un grande spot per la città. Pagato quanto, lo spot? Circa 365 mila euro: 200 mila stanziati dalla Regione, 100 mila dal Coni, 15 mila dal Comune che in più ha messo a disposizione transenne e polizia municipale. I cagliaritani, avverte Yuri Marcialis, assessore comunale allo Sport, faranno bene a prepararsi: in futuro altre manifestazioni sportive impegneranno il centro della città. Non foss'altro perché Cagliari è candidata a diventare una delle “Città europee dello sport”, il che comporta «iniziative di promozione di uno stile di vita improntato al movimento ai fini del benessere».
LE ALTRE CITTÀ «Le grandi città di tutto il mondo - sottolinea Salerno - fanno a gara per ospitare i grandi eventi sportivi, dalle Olimpiadi ai Mondiali di calcio in giù. Sono prodotti che attraggono flussi turistici verso una destinazione e diffondono una “cartolina” positiva». Ma non si poteva organizzare la gara in zone meno impattanti, come il lungomare Poetto? «L'avevamo proposto ma la Federazione è stata chiara», spiega Marcialis: «Cagliari è stata scelta per il fascino del suo centro storico. E per la città essere stata una delle nove tappe del Campionato del mondo, unica città italiana accanto a Parigi, dove si è gareggiato sotto la Tour Eiffel, o ad Amburgo, è stata una bella occasione». Con ricadute immediate: le 500 persone arrivate in città per gareggiare (115 atleti, di cui 70 uomini e 45 donne, selezionati fra quelli con i ranking più alti al mondo, più accompagnatori, allenatori e staff) hanno pernottato negli alberghi cittadini: «I primi - precisa Salerno - sono arrivati mercoledì scorso e gli ultimi andranno via» domani.
INFORMAZIONI I disagi? «Non è che si debba per forza dare ragione a chi si lamenta», attacca Salerno: «La chiusura al traffico è scattata alle 9,30 e i varchi erano dinamici: tra una gara e l'altra, auto e pedoni sono potuti passare. E nei giorni precedentil'evento è stato pubblicizzato: sui media, attraverso i 10 mila depliant distribuiti porta a porta nei quartieri coinvolti, con cartelli e display che indicavano le modifiche al traffico».
CARROGRÙ Tuttavia, i parcheggi sottratti ai cittadini lungo il circuito sono stati centinaia, e soltanto domenica mattina sono state rimosse 53 auto (altre erano state portate via del carrogrù la notte prima). Fra queste, rivela l'assessore, anche quella di «una persona che in Comune ha un ruolo importante». Un collega di Giunta? «No». Il nome? «Non lo dirò. In buona fede, come è successo a tanti cagliaritani, ha dimenticato che ci sarebbe stato un evento ampiamente annunciato. Dobbiamo tutti abbandonare la mentalità con cui tutti cresciuti: quella del parcheggio sotto casa, col rifiuto di fare 200 metri a piedi». Ma l'area interdetta alle auto era grande, e individuare parcheggi alternativi non era facile. «Io - sostiene l'assessore - ho parcheggiato gratis in viale La Playa, nell'area di fronte al supermercato: era vuota». Perché non prevedere delle convenzioni che permettano ai residenti nei quartieri volta a volta coinvolti in eventi così impattanti di parcheggiare gratis nei parcheggi custoditi (per esempio quelli dell'Apcoa o di Trenitalia, alla stazione)? «È un'idea sensata. Ci rifletteremo».
Marco Noce